Alla fine, dopo giorni di smentite, è arrivata l’ammissione dell’Iran: l’aereo ucraino caduto a Theran è stato abbattuto per errore, sono stati i missili iraniani, credendolo un aereo nemico. «La Repubblica islamica dell’Iran si rammarica profondamente per questo errore disastroso», si legge in un tweet del presidente iraniano Hassan Rohani. E ancora, continua: «Le indagini proseguiranno per identificare e perseguire gli autori di questa grande tragedia, di questo sbaglio imperdonabile».
Il Boeing 737 dell’Ukraine International Airlines, diretto a Kiev, si era schiantato poco prima dell’alba, alle 6,22 ora locale, sei minuti dopo il decollo dall’aeroporto di Teheran, proprio nel giorno dell’attacco lanciato dall’Iran contro le basi americane in Iraq.
Si tratta della prima ammissione di responsabilità arrivata dopo che fino a poche ore prima le autorità iraniane avevano respinto tutte le accuse, lanciate per la prima volta da un articolo dell’americano Newsweek e rilanciate poi dal premier del Canada Justin Trudeau, Paese dal quale provenivano 57 delle 176 persone che hanno perso la vita nel disastro, fra passeggeri e equipaggio. Oltre che dal segretario di Stato americano. Mike Pompeo, parlando alla Casa Bianca, aveva affermato «crediamo sia probabile che l’aereo sia stato abbattuto da un missile iraniano», aggiungendo che, quando arriveranno le prove definitive, «noi e il mondo adotteremo la risposta adeguata».
Il quartier generale delle Forze armate iraniane ha voluto ora rilasciare anche un comunicato ufficiale in cui spiega che verranno messe in atto «riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro» e che perseguirà legalmente «coloro che hanno commesso l’errore». Il ministro degli Affari esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha voluto invece precisare che «l’errore umano», ossia l’abbattimento dell’aereo di linea ucraino, è accaduto nel «momento di crisi causato dall’avventurismo degli Usa».
Il clima resta parecchio teso, i venti di guerra soffiano ancora. A poco più di una settimana dall’uccisione in Iraq del generale iraniano Qassem Soleimani, in seguito all’attacco coi droni ordinato da Trump, e dopo la risposta di Tehran che qualche giorno dopo ha lanciato una serie di missili sulle basi Usa in Iraq. Provocando, come ora tristemente sappiamo, anche la caduta del boeing ucraino. Intanto, Mosca fa sapere: «L’Iran impari la lezione. Se la decrittazione delle scatole nere e il lavoro delle indagini non dimostrano che l’esercito iraniano lo ha fatto intenzionalmente, il caso deve essere chiuso. Sperando che si imparino le lezioni e si prendano provvedimenti da tutte le parti».