È stato presentato martedì 26 giugnoall’Università Cattolica di Piacenza il nuovo progetto “Nutrire di cibo e conoscenze le comunità dei distretti di Moroto e Napak”che partirà il 1° luglio 2018 in Karamoja – Uganda, dove l’Organizzazione piacentina Africa Mission è presente dal 1972.
Il progetto, di cui è capofila Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, è cofinanziato dal Governo Italiano attraverso l’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e coinvolge sia partner locali sia importanti partner italiani, tra i quali Medici con l’Africa Cuamm di Padova, storica ONG italiana tra le più importanti nell’ambito sanitario, presente in Uganda da sessant’anni, che realizzerà la componente sanitaria del progetto, e come consulenti la Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza, Informatici senza Frontiere (ISF) e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer.
Il progetto, che avrà durata triennale, ha come obiettivo generale quello analizzare gli stati di sicurezza alimentare della regione e come obiettivo specifico portare disponibilità di cibo nutriente e favorire l’adozione di buone pratiche igienico-sanitarie, nutrizionali e agricole.
«Siamo particolarmente contenti di aver avviato questa nuova collaborazione con l’Università Cattolica per realizzare un progetto che si riallaccia ad una importate collaborazione realizzata nel lontano 1985 –spiega Carlo Ruspantini, direttore di Africa Mission – che aveva portato ad uno studio sul Karamoja realizzato sul campo anche da alcuni docenti dell’Università Cattolica tra i quali il Prof. Bertoni che ritorna in Karamoja dopo 32 anni».
«Questi progetti possono essere una risposta concreta ad alcune problematiche attuali: se davvero vogliamo che le popolazioni non migrino in massa dobbiamo garantire loro cibo sano, sicuro e sufficiente – ha dichiarato il preside della facoltà, professor Marco Trevisan- Dobbiamo lavorare partendo dal basso, coinvolgendo la popolazione per operare un cambiamento che non stravolga però totalmente le loro abitudini e la loro cultura».
«Non va sottovalutato l’aspetto culturale, è necessario che i cambiamenti, tecnologici e non, siano recepiti dalla popolazione se si vuole che lo sviluppo sia sostenibile – ha ribadito il professor Giuseppe Bertoni, dopo aver ricordato la sua esperienza in Karamoja negli anni Ottanta – il progetto che sta per essere lanciato è ambizioso, ma parte da ottime premesse e si pone obiettivi decisamente rilevanti».
Dunque una collaborazione tra Africa Mission e l’Università Cattolica che si rinnova e che prenderà avvio con una prima missione ricognitiva che dal 16 al 26 luglio verrà effettuata dagli esperti designati dall’Università Cattolica: prof. Giuseppe Bertoni, prof. Vincenzo Tabaglio e il dottorando Andrea Minardi, già coinvolto in altri progetti di tipo agrario in paesi in via di sviluppo.
In una regione povera come quella del Karamoja, l’intervento congiunto nell’ambito agro-zootecnico, seguito da AMCS, e in quello sanitario, seguito da Cuamm, rappresenta un importate servizio allo sviluppo delle regione e alla tutela della dignità delle persone.
È un progetto complesso che, nei tre anni di durata, prevede un impegno finanziario totale di 1.477.001 euro, di cui 1.170.000 a carico dell’AICS e 307.001 a carico di AMCS e Cuamm.
La collaborazione con Cuamm e la presentazione di un nuovo progetto al Ministero degli esteri, rappresentano due grandi risultati per il movimento di Don Vittorione. Un’ottima occasione per avviare una efficace collaborazione con una delle più importanti ONG Italiane e per riaprire una collaborazione costruttiva con il Ministero degli Esteri.
«In questo momento – conclude il direttore Ruspantini- cogliamo l’occasione per ringraziare anche la Banca di Piacenza che ha concesso ad Africa Mission la fidejussione necessaria all’ottenimento del cofinanziamento governativo e lanciare un appello a tutti coloro che fossero interessati a partecipare alla realizzazione di questo importante progetto che aiuterà 2.565 agricoltori karimojong a migliorare la capacità di trarre sostentamento e reddito dalla propria terra attraverso una donazione destinata a permetter la trasmissione di nuove conoscenze tecniche, la fornitura sementi e strumenti da lavoro (aratri e attrezzi agricoli) nonché animali da tiro e da cortile».