E’stata inaugurata l’AIC- Area industrie della conoscenza, il primo nucleo industriale del nuovo distretto di Bagnoli. Nata grazie a Città della scienza e del Consorzio Area Tech di Coroglio, è un polo che racchiude in sé progresso e innovazione. In uno spazio di tremila metri quadrati, il Complesso Diocleziano, sono state incorporate un gruppo d’imprese, che hanno superato il periodo d’incubazione presso Città della Scienza. L’obiettivo è riqualificare l’intera area, non soltanto con il turismo, ma anche attirando imprese e quindi capitali, fondamentali per far ripartire l’economia del territorio. Un territorio ricordato da troppi anni soltanto per il suo immobilismo. Così AIC, questo nuovo polo aziendale, finanziato completamente da enti privati, racchiude in sé a oggi ventidue imprese, che si sono distinte grazie al loro fatturato e alla loro presenza sul mercato internazionale. Un gruppo d’aziende che ha, inoltre, creato posti di lavoro, integrando al suo interno oltre duecento dipendenti, di cui la maggior parte giovani preparati e qualificati. Un progetto che rientra in quello più ampio, che è alla base di Città della Scienza, un’unione di conoscenza scientifica, formazione e creazione d’impresa.
Ne abbiamo parlato con il Dottor Vincenzo Lipardi, Consigliere Delegato di Città della Scienza.
Come nasce l’idea di creare un polo industriale in questa nuova area AIC?
«Noi abbiamo deciso di creare Città della Scienza, per riempire un vuoto industriale e ridare economia a un territorio, conosciuto solo per il suo immobilismo. Con AIC abbiamo voluto creare una grande area, dove l’economia girasse attorno alla conoscenza e non all’acciaio. Abbiamo provato quindi a convincere che Bagnoli dovesse diventare un grande parco della scienza e della tecnica. Abbiamo deciso di fittare un palazzo molto bello, e ci abbiamo localizzato questo primo nucleo d’industrie. Tanti gruppi di ricerche industriali, in giro per il mondo, sono interessati a venire a Bagnoli, perché un bel territorio non deve attrarre solo turismo, ma può attirare anche imprese e capitali e quindi investimenti. E’quello che stiamo facendo, con il museo siamo in Italia il più grande attrattore di turismo scientifico. Accanto a questo, però, stiamo facendo un’operazione che crea impresa, questo polo comprende circa venti imprese, che danno lavoro a duecento persone dirette e qualche centinaio indiretto, partono con un fatturato di venti milioni di euro, stiamo parlando di una realtà importante. Vogliamo dimostrare che è possibile portare il lavoro vero a Napoli e non parlare soltanto d’immobilismo. AIC è quindi una pagina importante per Bagnoli e per Napoli, perché dimostra che si può uscire dalla decadenza. E’l’inizio di una riqualificazione, moltissime imprese anche straniere vogliono venire a Bagnoli».
Durante la recente manifestazione contro lo Sblocca Italia, alcuni manifestanti hanno accusato Lei e Luigi Amodio di aver impedito che i contestatori entrassero all’interno di Città della Scienza, ci sono stati attimi di grande tensione. Il clima oggi si è rasserenato?
«C’è stata una manifestazione legittima con un gruppo di provocatori che da tempo stanno provando a minare tutte le attività produttive dell’area. Non è solo contro Città della Scienza, ma ad esempio anche contro l’Arenile e tutte le attività della zona. Sono un gruppo di teppisti ben conosciuti alle forze dell’ordine, a volte anche spalleggiati inconsapevolmente da pezzi della politica. Sono nemici della città, che vogliono distruggere quel che di buono c’è, che sono la fase due dopo l’incidente che abbiamo subito».
Quando parla di pezzi di politica, si riferisce anche al Sindaco, Luigi De Magistris?
«Il Sindaco non centra con i violenti e con i teppisti, non era presente alla manifestazione. Una cosa è la battaglia contro lo Sblocca Italia, che è legittimo. Ma bisogna stare attenti a chi vuole infiltrarsi in queste manifestazioni, per fare altro. Qui bisogna stare attenti a governare e a enfatizzare certe cose. Il Sindaco può legittimamente criticare il decreto è nelle sue facoltà, altra cosa è partecipare ad assemblee e manifestazioni, le istituzioni devono portare la polemica nei luoghi opportuni».
Quindi, lei è d’accordo con il commissariamento di Bagnoli?
«Bagnoli da vent’anni non riesce a decollare per un progetto sbagliato, il fatto che il governo dica che diventa un problema d’interesse nazionale, è un fatto importante. Credo sia fondamentale che ci sia un ruolo del Comune di Napoli. Per esempio il nostro accordo di programma per Città della Scienza, l’abbiamo fatto con il Governo ma anche con il Comune, proprio oggi è stato pubblicato il bando di gara che avvia la gara per la realizzazione del museo di Città della Scienza. Per questo trovo sbagliati atteggiamenti di condanna. E’fondamentale che nella programmazione del territorio ci siano strumenti che prendono atto che da vent’anni non si fa nulla e che quindi è importante avviare tempi certi. Io a Bagnoli non vedo mani sulla città, ma vedo che nessuno tocca niente, questa è la cosa grave. Noi dobbiamo riportare la speranza e la certezza della qualità della vita per le persone. Oggi con noi, all’inaugurazione, c’era anche il Centro Commerciale Naturale, composto dai commercianti dell’area. Abbiamo assistito all’unione di HITECH, internazionalizzazione e territorio con il solo e unico obiettivo di creare lavoro».