GENOVA – Martedì 16 giugno scorso ha avuto luogo nell’ambito del 17° SUQ Festival la presentazione del libro “Ripartire dalle periferie” (Linkomunicazione, Napoli 2014) con la presenza dell’autore Domenico Pizzuti, intervistato dal curatore Giacomo D’Alessandro. Il Suq è un festival interculturale tra i più prestigiosi in Europa, vanta il Patrocinio UNESCO e dal 2013 l’inserimento nel report UE tra le 40 best practices per il dialogo tra culture.
Sul palco interno del teatro-mercato mediterraneo, padre Domenico ha raccontato la realtà di Scampia e le dinamiche estendibili alle periferie in generale, che da attento sociologo osserva e vive da tutta una vita. Si è parlato di diversità, coesione sociale, trend popolari del consumo e della socializzazione, ma anche e soprattutto di religioni, di come percorsi di fede più o meno autentici possano costituire fonte di cambiamento sociale, o al contrario scadere in clericalismi e devozionismi che non aiutano a cambiare un sistema di oppressione della popolazione. Non sono mancati i riferimenti all’attualità, contro il razzismo strisciante ma anche l’incapacità politica e civica in questi anni di fornire progetti e proposte adeguate a situazioni mantenute “emergenziali” (rom, sbarchi, immigrazione…).
Pizzuti ha colpito il pubblico per la sua lucidità, un linguaggio simpatico e popolare, e l’offerta di orizzonti più ampi entro cui ciascuno può guardare i grandi processi in atto nel nostro Paese e nel “villaggio globale”. Sottolineando che “ripartire dalle periferie” – pienamente in linea con il cammino proposto da papa Francesco – si può e si deve, perché il cambiamento possibile parte dal basso, e spesso già esiste, senza che ce ne accorgiamo, proprio là dove il disagio sembra maggiore, e l’umanità più spenta.