Aldo Loris Rossi, nato a Bisaccia (Avellino) nel 1933, è un famoso architetto a livello nazionale, autore di numerose opere di grande rilevanza e docente di Progettazione Architettonica alla Facoltà d’Architettura dell’Università Federico II di Napoli.
Il suo lavoro ha seguito il cammino dell’Architettura organica di Wright ma non ha tralasciato altre fonti d’ispirazione come l’espressionismo, il futurismo, il neoplasticismo, il costruttivismo, sempre, comunque, in stretto connubio con i temi del Movimento Moderno, all’interno di quei variegati sviluppi del Razionalismo Italiano.
La sua architettura è tra le più originali nel contesto contemporaneo e si realizza attraverso l’articolazione dei volumi intorno ad un nucleo centrale che vengono quasi esplosi all’esterno come da una forza centrifuga, seppur all’interno di un rigoroso controllo geometrico e strutturale.
Fin dalle prime opere Aldo Loris Rossi dimostra di aver compreso pienamente la lezione di Wright, senza accontentarsi, però, di facili manierismi.
Concentrando l’attenzione sull’opera più matura e più visionaria del maestro americano, senza trascurare gli apporti delle altre avanguardie prima ricordate, elabora uno stile fra i più originali dell’intero panorama architettonico contemporaneo, basato sull’esplosione controllata della scatola edilizia e sullo sviluppo centrifugo delle costruzioni a partire da un nucleo resistente centrale, mediante matrici geometriche generalmente circolari.
Nel corso della sua carriera l’architetto si è mosso fra tre grandi temi senza separarli mai completamente: l’utopia radicale delle macrostrutture, l’attenzione alla dimensione territoriale e paesaggistica, la concretezza realizzativa in contesti anche storici.
La sua ricerca, protesa verso il futuro, privilegiando l’aspetto dionisiaco dell’iter progettuale ed assegnando gli unici ruoli di protagonisti allo spazio ed alla vita che in esso si svolge, lo ha posto in una condizione d’isolamento rispetto all’ambiente accademico ancora legato al trilite, al telaio, alla griglia ortogonale, al mimetismo storicistico, al facciatismo, allo spazio statico e normato, insomma alle forme ipocrite del razional-classicismo ed a quelle inumane del razional-funzionalismo.