A parlare è il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli a tornare sul tema: “L’italianità è un punto fondamentale nel futuro, torneremo a farla diventare compagnia di bandiera con il 51% in capo all’Italia e con un partner che la faccia volare” dice a Rainews24. Tanto basta perché scatti la corsa a capire più nel dettaglio cosa significhino quelle due frasi. Quella di Di Maio che parla di “player internazionali”, l’altra che parla di italianità al 51%.Poi nel contratto di Governo si opta per un “rilancio” di Alitalia, “nell’ambito di un piano strategico che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo”. Nazionale sì dunque, ma a capitale straniero, forse? Fra le compagnie in corsa per l’acquisizione del vettore di bandiera, finito in amministrazione straordinaria (leggi fallimento controllato) non ci sono “vettori italiani”. Sul tavolo dei commissari straordinari giacciono tre offerte, che fanno capo rispettivamente alla tedesca Lufthansa, all’inglese EasyJet accompagnata dal fondo americano Cerberus, e all’ungherese Wizz air.