”Abbiamo circoscritto e segnalato in una mozione che abbiamo depositato in Consiglio regionale denominata ‘Rafforzamento delle azioni regionali per la terra dei fuochi’ nove punti di criticità affinchè la Giunta possa impegnarsi per mettere a sistema un metodo di contrasto strutturale alla cosiddetta Terra dei Fuochi”. L’iniziativa porta la firma delle due consigliere regionali del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà e Valeria Ciarambino e si basa su una attenta analisi delle attività dei vari soggetti impegnati nel contrastare nei 57 comuni in cui vivono oltre 2 milioni e mezzo di persone, il fenomeno dello smaltimento di rifiuti, spesso speciali, attraverso la combustione, è ancora oggi, diffuso e frequente, rappresentando un fattore di rischio elevato per l’ambiente con dirette conseguenze sulla salute della popolazione.
“‘Occorre promuovere la costituzione di una ‘task force anti roghi‘ che coinvolga attraverso appositi protocolli tutte le Forze dell’ordine operanti sul territorio – spiegano Muscarà e Ciarambino -, i rappresentanti dei comuni situati in terra dei fuochi e gli enti tecnici, tra cui ARPAC, ASL e SMA Campania, che utilizzi un sistema di comunicazione accessibile a tutti i soggetti coinvolti e una banca dati unica, per consentire lo scambio immediato di informazioni e accrescere l’efficacia dei controlli”.
“Ciò che abbiamo rilevato è lo scarso coordinamento in concreto che esiste – sottolineano – a tal proposito proponiamo nella mozione un’iniziativa operativa volta ad elaborare una programmazione unitaria delle azioni di monitoraggio e sorveglianza delle aree interessate, coordinando i singoli interventi previsti in modo da garantire la copertura di tutta l’area e il pronto intervento in caso di necessità”.
“Non si può combattere questo grave fenomeno senza idonei strumenti e mezzi tecnologici – aggiungono – quali ad esempio i droni, in grado di ospitare dispositivi per la visione notturna, di rilevare fonti di calore, individuare variazioni di densità dei materiali e presenze di metalli, per il monitoraggio delle aree a rischio ma anche una articolata videosorveglianza. Senza ipocrisia il fenomeno va contrastato a monte ossia occorre interrompere la filiera di produzione dei rifiuti speciali – proseguono Muscarà e Ciarambino – anche attraverso protocolli con la Guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate per la realizzazione di una campagna straordinaria di accertamenti per l’emersione delle economie sommerse”.
“Altro elemento fondamentale è istituire un apposito fondo rotativo regionale – segnalano – per garantire la realizzazione degli interventi di bonifica dei suoli inquinati nei casi in cui il responsabile ed il proprietario non intervengano tempestivamente”.