L’epilogo dei risultati elettorali amministrativi del 2015 è indice del periodo più “squilibrato” della politica nostrana. I fattori più rilevanti e che hanno inciso hanno a che fare con il famoso spostamento del 15% degli “scissionisti” di centrodestra. Dove sarà andato a finire? Nelle ultime politiche risalenti al 2013 il PDL, alias Fi, in Campania aveva trovato ancora il consenso del 33% circa incoronando il cerchio magico come portatore sano degli interessi aziendali della nota famiglia Cesaro e dando peso al ruolo di un grottesco personaggio di nome Francesca Pascale. Analizzando le amministrative a poco a poco sono sparite le bandiere di Forza Italia per dare spazio a liste civiche di destra, uno dei casi più eclatanti è quello di Palma Campania del 2013/2014 dove Nicola Montanino perse la sua casa andando a riparare senza nessun successo nel 2015 nella lista regionale di Cd in queste ultima partita. Il fenomeno cinque stelle è stata la reale risposta a questo spostamento di cui non ha giovato né il centrodestra e nemmeno il Partito democratico. Stiamo infatti parlando di percentuali rispettivamente pari al 16% e al 19% circa e che sono deludenti per due realtà con interessi economici radicati sul territorio.
Tuttavia che De Luca sia riuscito a vincere “da solo” non è un mistero. Il minimo scarto che gli ha consentito di “essere un sospeso vincente a causa di una legge che andrebbe rivista come la Severino” è stato dovuto a un gruppo di dissidenti di centrodestra impropriamente battezzati “Impresentabili” (Centro Democratico con il 2,50 e Campania in Rete con l’ 1,50) e alla benedizione di De Mita che gli costerà la vicepresidenza con Pasquino. La domanda però resta sempre la stessa: dov’è finito quel ricco 15% dei cosiddetti cosentiniani o dissidenti di centrodestra diventati l’ossessione del governatore uscente Caldoro? Prendiamo un campione delle elezioni amministrative: Bacoli. Senza voler togliere alcun merito al sindaco Josy che sicuramente rappresenta il nuovo e il coraggio ma, con molta probabilità, la sua vittoria è dipesa diffusamente anche dalla ostinazione di non votare un emblema del vecchio sistema di Forza Italia incarnato da Ermanno Schiano mentre più criticabile appare, anche da come si legge su molti quotidiani, la vittoria di Quarto dove non esisteva concorrenza politica. Se volessimo usare un ragionamento alla “Saviano”, allora nei cinque stelle ci sarebbe puzza di Gomorra? Molto più semplicemente quel famoso 15%, sommato alla proiezione pentastellata iniziale che si aggirava intorno al 15/16%, rappresenta la trasmigrazione dei voti dei delusi di centrodestra perché quale movimento si è imposto come reale opposizione al centrosinistra rubando la scena a Forza Italia.