E’ da segnalare un recente ponderoso volume di studi sull’analfabetismo religioso in Italia (Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia, a cura di Alberto Melloni, Il Mulino, Bologna 2014), realizzato dalla Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII, che raccoglie saggi, studi e note di storici, giuristi, sociologi, teologi e pedagogisti su una forma di analfabetismo non di scarso peso in una società complessa e differenziata. E’ nota «l’ignoranza totale della Bibbia» in Italia, attestata da sondaggi, gli scarsi risultati dell’Irc (Insegnamento della religione cattolica) nella scuola pubblica – anche se è acclarato secondo lo storico Alberto Melloni che «il cattolicesimo non è una religione, nemmeno nella propria autodefinizione, ma semmai una confessione appartenente al Cristianesimo come esperienza di fede» (Ib., 6 ) , una rottura nella catena della socializzazione religiosa da parte della famiglia ed una sorta di irrilevanza delle forme religiose tradizionali da parte delle giovani generazioni.
Privilegiando l’approccio storico alle dinamiche del fenomeno, il curatore osserva che l’analfabetismo religioso italiano «non nasce dal nulla come un fenomeno da misurare sociologicamente nell’istante del presente, se lo si intende come l’accettata mancanza di strumenti di conoscenza di una esperienza di fede, i testi sacri che la fondano, le sue pratiche culturali, le norme interne ed esterne, i dinamismi storici che la percorrono – esso è parte integrante della storia italiana. In un certo modo può esserne considerato un frutto. Infatti la mancanza di strumenti per capire il vocabolario del religioso e per analizzarne i dinamismi non viene da un “dato” sociologico ma dalla storia» (Ib., 5). Il Rapporto presenta un approccio interdisciplinare per lo studio del fenomeno, in cui ha parte in vari studi anche quello sociologico per la comprensione dei dinamismi sociali e dell’attuale contesto socio-religioso.
A questo proposito per non ridurre la problematica dell’analfabetismo religioso al solo Insegnamento della religione cattolica con i suoi annessi e connessi ai rapporti Stato-chiesa, gli studi di carattere sociologico mettono in rilievo un mutato contesto nella società italiana per quanto riguarda la differenziazione religiosa interna ed esterna per il pluralisno delle fedi in riferimento alle nuove religioni portate dagli immigrati che con la loro cultura hanno portato secondo V. Pace anche i loro dei. Sotto il profilo della differenziazione interna si può osservare per esempio un polo differenziato che raggruppa, cattolici, ortodossi di varia provenienza ed obbedienza, evangelici, chiese pentecostali, e così via. La mappa religiosa dell’Italia manifesta una pluralismo religioso non solo per l’avvento delle religioni degli immigrati, anche se non sempre una loro visibilità ed un dialogo interreligioso, che si ripercuote nella scuola ed in vari ambiti di vita per il riconoscimento di pratiche culturali e religiose.
L’analfabetismo religioso di cui soffre l’Italia è vasto e merita di essere posto sotto osservazione: insiste su una società che è pluralista de facto ma che non ha gli strumenti critici per trarne le conseguenze nello spazio pubblico. Diversi contributi, come è comprensibile, sono dedicati all’Irc sotto vari aspetti, storici, giuridici, sociologici, pedagogici. Ma l’analfabetismo non si identifica e non si esaurisce nel paradosso di un “ora” che dipende dall’autorità del vescovo, ma che si sforza di presentarsi come strumento di cultura incardinato in una antropologia (“cristiana”) che non può essere atemporale.
Questo primo Rapporto ha inteso mostrare «come si possa ( e dunque si possa) entrare in questo ambito del sapere con strumenti adeguati e conoscenze raffinate (…). L’analfabetismo (del) religioso è una piaga non meno grave di quella costituita dall’analfabetismo tout court: i dati internazionali oggi a disposizione spiegano che il problema è quanto mai vasto e diffuso sia in Europa sia fuori» (Ib., 11). Il Rapporto è uno strumento che storicizza e tematizza con un’analisi critica e complessa il tema dell’analfabetismo religioso non solo in Italia. Delinea scenari, analizza esperienze, discute strumenti per curare l’analfabetismo religioso, propone mappe del religioso e geografia delle good practices nella scuola ed in ambienti di vita e lavoro.