La cosa più bella e vera della fiction su Angelo Vassallo è la sua voce che si sente al margine del film tv. Una voce fuori dal coro. In direzione ostinata e contraria. Una voce che oggi, più di ieri, manca. Che si sarebbe fatta sentire concretamente davanti al familismo amorale e all’immobilismo a cui quotidianamente assistiamo.
Giusto per fare un esempio, è sufficiente pensare che – dal 27 gennaio 2014 – ancora stiamo aspettando una soluzione concreta al cedimento di un pilone, tra Prignano Cilento e Agropoli. Una situazione che ha generato enormi disagi, non solo ai cilentani, con ripercussioni anche economiche (riduzione del flusso turistico, giusto per citarne uno).
E, ovviamente, visto che ormai le elezioni per le Regionali sono passate – con tutte le chiacchiere del caso -, non servendo più voti (pochi, rispetto a quelli che sarebbero necessari per essere numericamente influenti), le questioni concernenti questa terra torneranno nel dimenticatoio. Una fiction che ti lascia un po’ d’amaro in bocca per tanti motivi. Un po’ troppo romanzata, sommaria e veloce per i mie gusti (avrei preferito più un lavoro giornalistico, come quello fatto in programmi tipo “Cose nostre” di Rai 1). Perché è vero che questo è un territorio con tante zone d’ombra (cosa che ci dovrebbe responsabilizzare in maniera costruttiva e farci aprire gli occhi al fine di evitare che il cancro della malavita organizzata sviluppi metastasi – sotto varie forme – nel nostro territorio), ma ci sono anche dei punti di luce. E, forse, sotto quest’ultimo aspetto, la fiction è stata un po’ ingenerosa (in particolar modo riguardo agli abitanti di Acciaroli e dei cilentani, in generale).
Ma, soprattutto, perché ci ricorda che – dopo quasi sei anni – ancora l’omicidio di Vassallo non ha colpevoli. E, che ci sia piaciuto o meno quello che abbiamo visto in tv, è questo l’aspetto più importante, perché mantiene viva l’attenzione sulla vicenda a livello nazionale. Visto che, da quel 5 settembre, nessuno degli abitanti del Cilento ha dimenticato e vuole dimenticare l’accaduto, e brama con veemenza che si faccia chiarezza e giustizia, in quanto è diventato un dovere morale e civico mantenere vivo l’esempio di legalità che è costato la vita ad Angelo Vassallo.