La legge sul turismo è realtà. Il progetto di legge “Organizzazione del sistema turistico in Campania” è stato approvato dalla maggioranza in Consiglio Regionale con solo due voti contrari e 7 astenuti.
La legge puntualizza le competenze in materia turistica di Regione, Comuni, Province e Città Metropolitane, valorizzando il ruolo delle associazioni Pro Loco ma abolendo al contempo gli Enti provinciali per il turismo e le Aziende autonome di cura e soggiorno. Il testo prevede l’adozione di un piano triennale per il turismo, il programma annuale della regione con l’istituzione di un tavolo istituzionale per le politiche turistiche e i poli turistici locali che avranno funzioni più operative.
Soddisfatto il Presidente Pietro Foglia perché «l’Assemblea legislativa campana ha approvato una legge di primaria importanza che getta le basi per puntare sul turismo quale volano per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione». Tra le novità c’è il riconoscimento del “Turismo Rurale”, un emendamento che aveva presentato lo stesso Foglia quando era presidente della Commissione Agricoltura.
«Un ringraziamento a tutto il Consiglio per aver approvato una legge attesa da oltre trent’anni dagli operatori del settore e che mette in campo uno strumento fondamentale per dare slancio al turismo in Campania» – ha detto l’Assessore regionale Pasquale Sommese – «L’Assessorato, il Consiglio di indirizzo, l’Agenzia regionale per il turismo, gli Ambiti territoriali omogenei e i Poli turistici locali – ha continuato l’assessore – costituiscono un sistema snello ed agile che, rimarcando la distinzione tra funzioni di indirizzo, di esecuzione e di controllo, pone le basi per lo sviluppo del turismo e per favorire l’occupazione. Una svolta senza precedenti nella nostra regione che da oggi in poi possiede lo strumento giusto per puntare sul turismo per lo sviluppo economico».
Un coro di critiche è giunto dall’opposizione. Per il vice presidente del Consiglio, Antonio Valiante del PD, «la Giunta Caldoro e il centrodestra hanno perso un’occasione per approvare una legge sul turismo che valorizzasse il ruolo dei Comuni e particolarmente delle Unioni dei Comuni che invece finiscono con l’essere esclusi dal sistema-turismo. Le Unioni dei Comuni, infatti, sono sempre più centrali nella gestione dei servizi integrati e nelle strategie di sviluppo integrato dei territori e in tale ottica ho presentato emendamenti volti a inserirli nella organizzazione regionale del turismo, ma la maggioranza ha ritenuto respingerli preferendo puntare su altri organismi, come i Poli turistici locali, che finiranno col riproporre le stesse problematiche dei soggetti del passato. Questo atteggiamento del centrodestra nei confronti delle Unioni dei Comuni riflette, d’altra parte, quello manifestato con la norma inserita nel Collegato per la ineleggibilità dei Sindaci dalle elezioni regionali: la volontà di escludere chi rappresenta la più alta rappresentanza del consenso popolare».
Per Gennaro Muccio del Pse: «la montagna ha partorito il topolino. Questa legge non risolverà niente per il turismo, illude di far risparmiare risorse e invece farà aumentare i problemi di ordine finanziaria. Tutta la costruzione operata dalla Commissione in questi ultimi due anni è stata smantellata dall’assessore con l’abolizione dell’art. 20 che prevedeva i responsabili territoriali quali garanti di un equilibrato sviluppo turistico di tutti i territori e, in questo modo, invece, i territori delle altre province diverse da Napoli saranno penalizzati».
Anche per Antonio Marciano «si sono persi due anni inutilmente. Sarebbe stata un’ottima legge se si fosse fermata ad forte Agenzia regionale per porre in essere una forte attività di programmazione rispettosa dei territori che si sarebbe potuta ottenere solo attraverso il ruolo delle Unioni dei Comuni».