“Il welfare criminale funziona anche meglio di quello statale e la notizia di oggi, se da un lato ci fa ben sperare, dall’altro ci fa capire che bisogna intervenire nel sociale per dare alternative alle famiglie che scelgono la criminalità”. Lo ha detto nel corso di uno speciale della rubrica “Dritto al Punto” Paolo Siani, fratello del cronista de Il Mattino Giancarlo Siani, assassinato la sera del 23 Settembre del 1985. Un commento chiaro che testimonia come il “welfare criminale” sia stato ed è ancora attivo e pronto a sostenere le mafie.
“La vera scommessa – come Don Luigi Ciotti aveva intuito anni fa – è il sequestro dei beni. Bisogna poi saper gestire queste somme, per immetterle nuovamente nel circuito economico legale. In questo modo si possono colpire e sconfiggere le mafie. Anche perchè bisogna pensare che un reato in aumento in questi mesi è quello dell’usura. Questo è per me un campanello d’allarme, perchè vuol dire che c’è chi interviene dove lo stato non arriva e noi dobbiamo intervenire proprio li. Nei quartieri periferici delle nostre città ed a sostegno di tutte quelle famiglie in difficoltà. Per questo è necessario avere una regia nazionale che coordini le azioni che sottraggano alle mafie le vite umane a cui cerca di arrivare”