New York, tre cabine del telefono sono tornate a Times Square ed è una sorta di “back to the future”: i chioschi telefonici sono diventati parte dell’installazione dell’artista di origine afghana Aman Mojadidi in cui speranze e drammi dell’emigrazione vengono raccontati attraverso la voce reale di migranti.
Dal Tibet alla Nigeria, dal Bangladesh al Messico passando anche per l’Italia: anche nella cacofonia di suoni di Times Square lo squillo-richiamo è difficile da non notare. Mojadidi, che ha un background in antropologia culturale, ha recuperato le cabine da LinkNYC, il programma comunale che l’anno scorso le ha sostituite definitivamente con hot spot wi-fi. “Once Upon a Place”, c’era una volta un posto, presenta fino al 5 settembre nella piazza crocevia del globo una grande storia orale: 70 telefonate da due a 15 minuti ciascuna all’interno di quelle quattro pareti di vetro coperte da graffiti dentro cui Clark Kent si cambiava nei panni eroici di Superman nel mondo dei fumetti.
(Ansa)