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ARTURO SCOTTO SCRIVE A LUIGI DI MAIO:” TI FANNO GOLA I PACCHETTI DI VOTI DI CHI DIFENDE LA PROPRIA CASA ABUSIVA…VI SIETE PRESENTATI COME I MORALIZZATORI E SIETE PER I CONDONI MASCHERATI.”

Caro Luigi Di Maio, il diritto alla casa esiste e va rispettato. Quello che non esiste è il diritto a costruire ovunque, come e quando si vuole. E non si può affidare al magistrato la discrezionalità esclusiva sull’abbattere o meno un manufatto abusivo. Ci vuole il giudizio della politica, che regola e che punisce quando e’ necessario. Il cosiddetto abusivismo di necessità, se mai c’è stato, è un concetto che si è ormai esaurito da almeno un trentennio. Chi ha costruito sui costoni dei fiumi o sui cigli di montagna, chi ha abbattuto boschi e cementificato valli non è un abusivista di necessità. Ha scelto di farlo. E ha compiuto un atto criminale. Prendendosi una libertà sulla vita del territorio che dopo ha fatto pagare a intere comunità.

Abbiamo attraversato – e non è finita – un estate terribile. Ettari ed ettari di terreno sono andati bruciati. È come se fossero scomparse intere città, cento volte Hyde Park, centocinquanta volte Villa Pamphili. Una mattanza di boschi e pinete, una botta senza precedenti all’ecosistema. E quando ricomincera’ a piovere il rischio di alluvioni dalle conseguenze catastrofiche sarà dovuto a due fattori: la cementificazione del territorio che riduce la possibilita’ di assorbire l’acqua e la scomparsa del verde dalle colline e dalle montagne e dunque di una natura che non riesce a ritrovare un assetto idrogeologico. Do you remember la tragedia di Sarno? È colpa nostra se accade questo. È colpa anche di chi se ne è fregato di tutelare il patrimonio principale di cui disponiamo: la bellezza e l’integrità del nostro paesaggio.

Capisco che i pacchetti di voti organizzati di chi difende la propria casa abusiva fanno gola e spostano eletti. Interessano a tutti, da De Luca a Berlusconi, da Alfano al M5S. Ma è un consenso effimero. Che vale lo spazio di una breve campagna elettorale. Non sono una chiave per il futuro. La giustizia sociale dice che tutti devono avere un tetto dove vivere. La giustizia ambientale dice che quel tetto deve essere costruito a norma e senza distruggere il paesaggio circostante. Coniugare giustizia sociale e giustizia ambientale è la sfida del domani. E significa anche scelte drastiche: i condoni mascherati hanno prodotto un ulteriore incentivo all’abusivismo non un freno definitivo.

In Italia, si sa, un condono tira l’altro. Parliamo con un’insostenibile leggerezza dell’essere di sanatorie e i nostri edifici non hanno nemmeno l’obbligo del fascicolo di fabbricato. Perché viene trasmessa l’idea di uno Stato assente e indulgente, non programmatore e solidale. È stato così nel corso degli ultimi decenni. Adesso, caro Luigi, siete arrivati voi. Vi siete presentati come i moralizzatori. È durato lo spazio di qualche mese, poi avete scoperto che la morale può essere anche doppia. Dipende dal tintinnio sonante del consenso elettorale. Un’idea vecchia, vecchissima. Che confonde i diritti con i favori, la cittadinanza con le lobbies, la difesa del territorio con una villetta abusiva.

Arturo Scotto, deputato MDP

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