Attimi di paura una settimana fa nel pullman della squadra tedesca del Borussia Dortmund: fuori dal mezzo sono scoppiate tre bombe, una di queste ha ferito un giocatore della squadra giallonera. Il giocatore in questione è lo spagnolo 26enne Marc Bartra, il quale è stato ferito da una scheggia di vetro andata in frantumi dopo l’esplosione. Il difensore ha riportato una frattura al polso. Per una maggiore sicurezza, la partita di Champions League tra Borussia e Monaco era stata spostata il giorno dopo. Gli agenti tedeschi avevano escluso fin da subito un attentato pensato dalla stessa tifoseria della squadra tedesca per punire un dirigente della stessa società; invece pare che l’attentato sia stato fatto da estremisti islamici: sul luogo dell’incidente gli agenti hanno ritrovato diverse lettere, contenente la “rivendicazione” del proclamato “stato islamico” come si può leggere in una delle lettere: “In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso, gli aerei tedeschi sono coinvolti nell’assassinio dei musulmani nel Califfato dello Stato Islamico. La Germania è stata inserita con le altre nazioni crociate in un elenco di morte da parte dello Stato Islamico”. La polizia tedesca dopo le prime indagini, aveva arrestato uno dei “presunti” responsabili: si trattava di un iracheno di 25 anni di Wuppertal, gli stessi però si erano fatti scappare il “presunto” complice. Sull’attentato si era espressa anche Angela Merkel, attraverso un suo portavoce: “Il cancelliere ieri sera, come tutte le persone a Dortmund e come milioni in tutto il mondo, è rimasta inorridita dall’attacco al pullman del Borussia. È comunque rimasta sollevata dal fatto che non si sono verificate conseguenze peggiori. Gli investigatori stanno facendo tutto quanto in loro potere per rintracciare l’autore o gli autori dell’attacco”. Inutile dire che le forze dell’ordine avevano annunciato allerta massima fuori all’ingresso dello stadio della squadra di casa e facendo rimanere in guardia anche i poliziotti che il giorno dopo dovevano mantenere l’ordine in vista dell’altra partita di Champions tra Bayer Monaco e Real Madrid. Però due giorni dopo dai fatti di Dortmund, le autorità tedesche avevano rivelato che non c’erano prove per portare in carcere il 25enne iraniano Abdul Beset A., il ragazzo arrestato perché accusato di aver piazzato tre ordigni nei pressi dell’autobus che doveva trasportare i giocatori della squadra tedesca allo stadio di casa per giocare i Quarti di Finale di Champions League contro il Monaco. Questo è stato il comunicato della polizia tedesca dopo la caduta dell’accusa verso il ragazzo, perché gli stessi non avevano prove sufficienti per incastrarlo: “Le indagini non hanno fornito finora nessuna prova che l’accusato abbia partecipato all’attacco”. Quindi ad oggi, a distanza di appena una settimana, non si conosce il volto e i nomi dell’autore dell’attentato fatto fuori al Hotel dove risiedeva il club giallonero, nonostante sul luogo del “delitto” sono state ritrovate diverse lettere di “rivendicazione” da parte dell’ISIS. Quindi ora le autorità si stanno muovendo anche su altre “piste”, una delle quali portano ad un gesto fatto da un gruppo appartenete all’estrema destra, i quali avevano “rivendicato” il “folle” gesto tramite un’email, sulla quale si faceva cenno alla cattiva “gestione” della cancelliera Angela Merkel per quanto riguarda la politica sui rifugiati; Pare che le autorità abbiano arrestato il ragazzo perché nel 2014 entrò a far parte del proclamato “stato islamico”. Nello stesso anno l’uomo guidava già un piccolo gruppo di una decina di persone, mentre l’anno dopo lo stesso è entrato in Turchia per poi spostarsi l’anno scorso in Germania mantenendo i contatti con i “ribelli” islamici. Questo è il motivo per cui le autorità tedesche si sono spinte ad arrestare il 25enne (che si trova attualmente ancora in stato di fermo). Queste sono le uniche piste percorse dagli agenti di polizia in questa settimana. Secondo la stampa tedesca “Bild am Sonntag” pare che si sia sfiorata la tragedia perché i tre ordigni sono esplosi qualche secondo prima di quanto effettivamente dovevano entrare in azione. Se gli ordigni fossero scoppiati qualche attimo primo avrebbero di sicuro colpito l’autobus e a quel punto ci sarebbero stati di sicuro molti feriti gravi e probabilmente anche dei morti. Una vera Fortuna. Anche se qualche “ferito” (sia fisicamente che psicologicamente) da questo “attentato” c’è stato, uno è il difensore spagnolo 26enne Marc, il quale proprio tre giorni fa è stato dimesso dall’ospedale dopo aver subito un’operazione alla mano come già detto prima (e come annunciato anche dalla stessa società tedesca attraverso il profilo Twitter); L’altro ad essere stato ferito (psicologicamente) è il portiere Roman Burki, il quale afferma queste parole: “Ho ancora paura, non riesco ad addormentarmi”. La paura è stata tanta, ma per fortuna è stata fiorata una tragedia, i giocatori sono normalmente scesi in campo, anche se poi sono stati sconfitti 2-3 dal Monaco. Purtroppo però non è escluso però che questi “folli” di fede mussulmana possano colpire anche in futuro, l’obiettivo potrà essere di nuovo una squadra di calcio o addirittura la gente comune che in quel giorno si ritroverà ad andare allo stadio per tifare la squadra del cuore. Va ricordato che qualche anno fa, un esponente delle “cellule” Jihadiste ha tentato di farsi esplodere all’interno di uno stadio da calcio, durante la partita di amichevole tra Francia e Germania. Per fortuna non ci riuscì perché un agente riuscì a bloccalo fuori allo stadio anche se poi lo stesso ci rimise la vita. Per questo tutti gli agenti d’Europa dovrebbero avere sempre gli occhi aperti, anche se è sempre difficile prevedere dove colpiranno ogni volta questi folli che in quel modo cercano di diffondere la parola del loro Dio “Allah”. Al momento la polizia sta ancora indagando su più piste per scoprire al più presto il colpevole di questo gesto “scellerato”