Domani Renzi parlerà alla “piazza di popolo” ma lancerà messaggi anche a Bruxelles. Italicum, Zanda: “Ora si chiude”
Massimo Gramigni e Bruno Sconocchia, due nomi che hanno a loro volta una storia lunga così da raccontare in fatto di eventi (il primo con un pedigree di concerti che vanno da Bruce Springsteen ai Radiohead; il secondo con un’esperienza di manager per Lucio Dalla), spiegano come hanno immaginato l’evento che già dallo slogan svela lo spirito con cui è nato, «La piazza è del popolo». «Abbiamo voluto valorizzare le identità territoriali. Dalla Nuova compagnia di canto popolare all’Orchestra di Piazza Vittorio, da Luigi Cinque a un gruppo di Amatrice composto da giovanissimi che accompagnano i cantori legati alla tradizione della poesia a braccio. Una scelta altamente simbolica», dice Gramigni dopo l’ultimo incontro con gli organizzatori per fare il punto sulla kermesse.
Il segretario del Pd, Matteo Renzi, che ieri ha annullato tutti gli impegni della campagna referendaria per andare a fare i sopralluoghi nei territori colpiti dall’ultimo feroce terremoto, sin dall’inizio è stato chiaro: la manifestazione organizzata dal Pd deve dare il senso di cosa è il Pd, un partito riformista europeo, con radici profonde nei suoi valori, che non accetta di assecondare e cavalcare le paure che attraversano l’Europa ma intende dare risposte. Che guarda avanti e forte dell’esperienza dei padri lavora per i figli; che guarda in faccia i populismi e li combatte con un’idea precisa dell’Europa e del mondo.
Non a caso pare che il premier abbia chiesto molte bandiere italiane per Piazza del Popolo (stoppata l’idea di far comparire nella cavea del Valadier alcuni frigoriferi per ironizzare sul complotto denunciato dal sindaco Raggi). Renzi leggerà un discorso scritto, una delle rare volte: segno che ci tiene a parlare con precisione ad una platea europea e non solo italiana. Roma chiama Bruxelles, insomma, su immigrazione, sui conti, sul terremoto, sulla crescita.
La manifestazione inizierà alle 13.30, musica e testimonianze, persone comuni che raccontano le loro esperienze, spiega Gramigni, si alterneranno sul palco. A coordinare tutti sarà Cristiano Bucchi, di Unita.tv, il premier parlerà intorno alle 17, l’unico politico a salire sul palco. Si sentiranno le storie legate alla legge sul “Dopo di noi”, sul caporalato, sulle crisi aziendali dalle quali si vuole uscire con il rilancio dell’impresa e la salvaguardia dei posti di lavoro.
L’intervento di Renzi sarà quindi centrato sulle sfide che l’Italia e l’Europa hanno davanti, dalla crescita ai migranti. Dal palco ribadirà che questa Europa si salva se è capace di superare gli egoismi, l’austerity e le paure. Ribadirà che l’Italia farà la sua parte, rispetterà le regole ma si batterà come un leone per cambiare quelle che oggi sono il freno a mano tirato per un’Unione europea che sembra aver dimenticato lo spirito di Ventotene.
Gli organizzatori puntano a portare in piazza 50mila persone, ma sin da ora è chiaro che molti di coloro che sarebbero dovuti venire dalle zone colpite dal sisma, molto probabilmente non verranno. I numeri ieri sera raccontavano di circa 300 pullman, quattro voli charter dalle isole, quattro Freccia rossa, tre treni ordinari.
Chi arriverà in pullman molto probabilmente dovrà fermarsi in uno degli snodi che si stanno individuando (uno di questi sarà alla stazione Anagnina) e da lì si sposterà con la metropolitana. Saranno distribuiti a tal fine circa 25mila biglietti. Ministri, parlamentari e amministratori arriveranno con i treni e i pullman (il vicesegretario Lorenzo Guerini partirà in treno da Milano, la ministra Maria Elena Boschi da Firenze) insieme ai manifestanti e staranno in piazza. Ci saranno anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e Carla Cantone, segreteria generale dei pensionati europei.
Ci sarà la minoranza Pd? Bella domanda. Se Gianni Cuperlo probabilmente ci sarà, non è detto che ci siano Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza. «Mi auguro di vedere tutti i dirigenti e gli esponenti del partito perché quella di sabato è la manifestazione del Pd», dice Lorenzo Guerini. Intanto la Commissione nata per verificare se ci sono le condizioni per la modifica dell’Italicum lavora per capire se è possibile trovare una quadra. Partita delicatissima, su cui la minoranza bersaniana ripone una fiducia vicina allo zero, ma che vede, invece, l’ottimismo del capogruppo dem al Senato, Luigi Zanda che ieri, dopo l’ultimo incontro, ha detto: «È andata bene. Chiudiamo la prossima settimana». Bisogna capire come si chiuderà.