Cultura

Auguri a Franco Battiato, 76 candeline per il maestro

Franco Battiato compie oggi 76 anni. Il compleanno dell’artista arriva a poche settimane dal cameo con la sua voce originale che canta il verso di chiusura di “Povera Patria”, la cover scelta da Colapesce Dimartino al Festival di Sanremo: “Se avremo ancora un po’ da vivere/La primavera intanto tarda ad arrivare”, scandisce il maestro.

Nel 2020 è stato riproposto on demand il concerto di Segesta del 29 luglio del 2004 in cui Battiato si esibiva nel Teatro Greco di Segesta, splendida cavea con i sedili scolpiti nella pietra, risalente al III secolo a.C.. Filmato dalle telecamere di Rai International con le migliori tecnologie e risoluzioni disponibili in un’epoca pre-HD, il concerto è rimasto impresso nella memoria collettiva come una delle sue performance dal vivo piu’ riuscite

L’anteprima dei suoi 70 anni non era stata sicuramente delle migliori: una caduta sul palco del Petruzzelli di Bari, un femore rotto, tre viti nell’osso.

Sono passati quasi 50 anni dalle sue prime esperienze musicali a Milano, dal suo primo contratto discografico ottenuto grazie al suo grande amico Giorgio Gaber che tra l’altro, insieme a Caterina Caselli, (i due conducevano il programma “Diamoci del tu”) ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva.

Lungo questi decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l’arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso.

Anche se è sempre stato lontano da atteggiamenti militanti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Sinistra e con “Povera patria” ha firmato uno dei più intensi ritratti del degrado del nostro Paese. Battiato è’ certamente uno dei nomi più famosi della musica italiana, ha una lunga consuetudine con i piani alti delle classifiche e alcuni dei suoi brani sono entrati ormai nella storia del costume, ma negli anni ’70 produceva album sperimentali come “Fetus” e “Pollution” che hanno fatto scoprire all’Italia le risorse della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea. In quegli anni capitava che il pubblico reagisse in modo a dir poco vivace alle sue performance volutamente ai limiti dell’inascoltabile.

Queste esperienze e questo tipo di approccio hanno ispirato il suo ultimo album , il Joe Patti’s Experimental Group, che è stato portato in tour di fronte a un pubblico molto più preparato di quello di 40 anni fa. Del suo grande successo commerciale parla con la sua magistrale ironia e il suo proverbiale e sofisticato sense of humour senza per altro nascondere un certo imbarazzo. In realtà Franco Battiato è uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sa praticare l’arte della canzone pop ma che, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, usa linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l’opera.

Così come è stato un precursore della musica elettronica, Battiato è un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l’unica musica che ascolta. Però la lista delle sue collaborazioni va da Claudio Baglioni ai CSI, da Enzo Avitabile a Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, Celentano, Subsonica, Marta sui Tubi, senza contare il decisivo ruolo svolto nelle carriere di Alice e Giuni Russo. Non è certo un caso che continui a essere un punto di riferimento: i giovani vedono in lui un modello di originalità e di curiosità, quelli più grandi un difensore dell’intelligenza in un mondo che troppo spesso ne dimentica l’importanza.

 

ANSA

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