La mia biblioteca, distribuita tra i 5 piani della mia villa posillipina, è senza dubbio tra le più fornite della città; conta 15000 volumi(fig.1) e raggiunge le 28000 unità se si tiene conto delle riviste, principalmente di medicina, scacchi e napoletanità, pur non conteggiando i fumetti, tra cui spicca la raccolta completa di Topolino, dal 1950 al 2005.
Il nucleo di partenza è costituito dai libri di mio padre, un migliaio circa, divisi equamente con mio fratello negli anni Sessanta.
In seguito, oltre ad comperare libri ed enciclopedie(fig. 2) in continuazione, dalla Treccani al Lessico, ho cercato di acquisire intere biblioteche e mi è capitato di fare dei grossi affari.
Il primo, da poco laureato, fu prendere possesso dello studio completo di attrezzature sanitarie e di 2000 libri di medicina da un vecchio ostetrico, Carmelo Gallitto, per un prezzo stracciato: 500000 lire. Il dottore era a letto per un infarto e la moglie, conoscendo il suo attaccamento al lavoro, temeva che dopo 2 – 3 giorni lo riprendesse, per cui per prudenza svendette tutto. Tra i tanti libri antichi e moderni anche il famoso Testut di Anatomia topografica che all’epoca valeva 5 milioni.
La seconda occasione fu l’acquisto di tutti i romanzi(circa 1000), tra cui molte prime edizioni, appartenuti al regista Montaldo, che li conservava in una sua casa di Procida.
In seguito un nuovo medico, passato a miglior vita senza eredi, che aveva lasciato casa e mobili alla Casa dello scugnizzo. Fortuna volle che tra gli addetti allo sgombero vi fosse il marito di una mia cliente, che mi telefonò: “ Dottore stiamo per buttare dei libri, se fate presto potete prenderli”. Corsi in via Pessina e rimasi stupito dalla quantità di volumi(circa 2000) che possedeva il defunto. Oltre che di medicina i suoi interessi andavano dallo spiritismo alla storia delle religioni, per finire con il sesso, del quale possedeva di tutto, da Freud ai fumetti sulla pratica del coito nei selvaggi.
In un altro capitolo ho accennato al saccheggio di villa Malaparte a Capri dove arraffammo l’impossibile. Io personalmente, oltre a numerosi libri antichi, presi un carteggio con Cesare Battisti, naturalmente l’eroe non il terrorista, una raccolta di cartoline osé e centinaia di foto di conquiste femminili dello scrittore in abiti adamitici.
Venne poi il turno di Eugenio Buontempo, il faccendiere legato a Craxi, caduto in disgrazia nel 1991, dal quale, oltre alla celebre scultura di Gemito, il Pescatoriello, acquistai decine di prestigiosi libri antichi in edizione originale, dal Voyage pittoresque del Saint Non(fig. 3) ai Campi Flegrei di Hamilton.
Ultima acquisizione, la donazione da parte della famiglia di una parte dei volumi appartenuti a Giorgio Porreca, il celebre scacchista sul quale ho scritto un libro.
Per decenni oltre a comperare sulle bancarelle di Portalba, frequentavo tutte le librerie di antiquariato della città, che mi permettevano di consultare i loro cataloghi prima che fossero stampati; in tal modo potevo acquistare edizioni rare ed introvabili. Così ho conquistato il Celano ed il De Dominici, il Solimena di Bologna, i cataloghi delle collezioni Doria D’Angri e Matarazzo di Licosa, la raccolta completa di Napoli nobilissima(fig. 4), dal 1892 ad oggi e tanti altri libri di arte e sulla storia di Napoli(fig. 5), che costituiscono il cuore della mia biblioteca.
Il mio amore sviscerato per Napoli risale a quando avevo 10 anni ed ogni domenica, da solo, stabilivo un itinerario sempre diverso e percorrevo ogni strada e vicolo della città, senza trascurare alcun quartiere, anche i più malfamati. Ho rispettato questa sana abitudine per anni e credo di conoscere Napoli meglio di chiunque altro.
Per quel che riguarda l’arte e soprattutto la pittura si tratta di una passione più recente, ma coltivata senza badare a spese, quando i libri del settore, prima che crollasse il mercato, valevano cifre iperboliche. Ho speso centinaia di milioni e non me ne pento, per rifornire le decine(fig. 6 – 7 – 8 ) di contenitori sparsi in ogni angolo della mia casa.
Senza falsa modestia credo di non avere niente da invidiare alla Germanica di Firenze ed alla Hertziana di Roma, che passano per essere tra le più fornite del mondo nel settore dei libri d’arte.
A proposito della Hertziana vorrei raccontare un aneddoto. Anni fa per alcuni mesi dovetti frequentarla per completare una mia ricerca. Per accedervi serve la presentazione di due docenti universitari. Io mi presentai alla direttrice e dichiarai candidamente: “Consulti il catalogo troverà una trentina di miei libri, che la biblioteca ha comperato, credo possa bastare”. Nonostante la proverbiale mancanza di humor dei tedeschi, la teutonica fu consenziente.
In conclusione gli argomenti più gettonati della mia biblioteca, corrispondenti ai miei multiformi interessi sono: medicina, scacchi, romanzi, spiritismo, sessuologia, napoletanità ed arte.