Il progetto “Belle di faccia”, nato sui social due anni fa, oggi persegue con una serie di iniziative la propria battaglia contro gli standard estetici di bellezza da passerella. Tra i tanti obiettivi: far conoscere il movimento body positivity e lottare per una diversa rappresentazione dei corpi nella cultura pop, tutto ciò che da sempre evidenzia DonnaModerna.
Ogni corpo è valido così com’è, degno e meritevole di essere accettato. È il messaggio lanciato in rete da “Belle di faccia”. Un progetto nato sui social che punta a sensibilizzare sui temi della grassofobia e della fat acceptance. Una battaglia, combattuta a suon di post e non solo, da due giovani attiviste del movimento sociale body positivity, che ruota tutto intorno ai concetti di rispetto, inclusione, dignità, superamento degli stereotipi.
Prima regola: abolire ogni standard
Il profilo Instagram “Belle di faccia” nasce a dicembre 2018 dall’idea di due amiche di Olbia con la stoffa da influencer, Chiara Meloni e Mara Mibelli, rispettivamente 39 e 32 anni. Al momento in cui scriviamo conta oltre 27.000 follower. Poi sbarca su Facebook, per trasformarsi in seguito anche in un’associazione (www.belledifaccia.it), il cui obiettivo è fare divulgazione su temi di cui si parla ancora troppo poco in Italia.
«Tutto parte da questo “complimento a metà” che ci siamo sentite ripetere tutta la vita. “Che peccato con quel bel viso, perché non dimagrisci?”. Per lasciare intendere che un bel viso su un corpo grasso è uno spreco» spiegano a Donna Moderna Chiara e Mara. «Dopo anni di frustrazione abbiamo deciso di dare il nostro contributo, nel modo che crediamo più corretto, al dibattito sulla body positivity. Parlare del movimento sociale, di come i corpi grassi e tutti i corpi “non conformi” vengano percepiti dalla società. La body positive è un movimento nato dalla “fat liberation” della seconda ondata femminista».
«Promuoviamo l’idea che ogni corpo sia valido, non dovrebbero esistere degli standard. L’obiettivo è smantellare la bellezza come valore fondamentale per stare al mondo come donna. La bellezza non dovrebbe essere il presupposto per esistere serenamente in questa società».