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BENEVENTO, “CITTA’ INTELLIGENTE “: LA POLITICA DELLA DESERTIFICAZIONE

Negli ultimi giorni il Sindaco Mastella ha intrapreso una delirante quanto energica crociata contro due delle poche strutture di aggregazione presenti sul nostro arido territorio, che oramai da anni rappresentano spazi di coesione sociale, ove si praticano il mutualismo e la solidarietà e si mettono in campo importanti iniziative che coinvolgono gli strati economico sociali più fragili e depotenziati.

Questo episodio ci appare di estrema gravità, non solo perché danneggia il già fragile tessuto sociale di questa martoriata città, ma perché è espressione di un’azione politica ideologica, miope, improvvisata e senza idee che distrugge quel poco che autonomamente si è formato e che resiste.

E, così, anziché piantare i semi della partecipazione e della socialità, attraverso la promozione del virtuoso utilizzo degli spazi urbani, dove cittadini attivi prendono parte al processo di cambiamento e di rigenerazione della città; invece di concimare, attraverso la fornitura di aree e spazi per la realizzazione di attività artistiche, culturali e imprenditoriali, il Sindaco ha deciso di utilizzare il “Napalm” per spazzare via quella “vegetazione spontanea” che pure è cresciuta, sul cemento di una pista di pattinaggio mai completata.

Non è certo con il populismo, con la demagogia e con un tragico e clientelare “cabotaggio a vista” che si può governare degnamente una città come Benevento, che si percepisce ormai come un corpo inerme, ferito, apatico e abbandonato a se stesso, senza più la forza e, probabilmente, neanche la voglia di reagire.

Si è passati, così, dai roboanti proclami e le sagre paesane degli inizi, che pure ci hanno fatto apparire come una goffa cittadina della provincia agricola del dopoguerra, alle scuole senza mensa, ad una città sempre più sporca e abbandonata, al dissesto finanziario, per arrivare al vertiginoso aumento delle imposte comunali degli ultimi giorni.

Ma un’Amministrazione si caratterizza, oltre che per quel poco o nulla che è capace di fare, per scelte che si connotano per il forte valore simbolico e politico.

Agli inizi di Marzo il Sindaco Mastella ha pensato bene di inaugurare una delle cosiddette “sale slot”, all’interno delle quali si pratica il gioco d’azzardo, ma anche la solitudine e la disperazione e dove giovani, pensionati, casalinghe e operai dilapidano le poche finanze, già corrose dalla crisi, distruggendo le proprie esistenze e quelle dei loro cari.

E così, invece di chiedersi perché in città negli ultimi tempi siano cresciute come funghi “sale slot” e “compro oro” e quale sia il profondo malessere sociale su cui si annidano, la Politica ha pensato di farsene promotrice.

Ma non è con l’organizzazione di modeste quanto imbarazzanti fiere paesane, ove si esibiscono cantanti di terz’ordine, con la promozione del gioco d’azzardo e con la mortificazione della socialità, della coesione e della partecipazione, che possiamo rilanciare lo sviluppo di un territorio dalle grandi risorse storiche, culturali e sociali e dalle enormi potenzialità turistiche, in cui sono presenti grandi intelligenze territoriali che aspettano solo di essere adeguatamente valorizzate.

Noi crediamo che la creatività, la socialità e la cultura rappresentino un fattore imprescindibile di sviluppo locale e possano diventare generatori di nuove economie, a partire dalle specifiche risorse territoriali. E, così, di fronte alla drammatica situazione economica e sociale, la soluzione non viene dalle sale slot, dai compro oro o da squallide speculazioni edilizie, ma dalla partecipazione, dalla creatività e dalla cultura che realizzano quelle condizioni che possono permettere ad una comunità di progredire.

Michele Lanna

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