Berlusconi a Malta da Tusk e Merkel con Alfano e Casini, Salvini e Meloni a Roma a chiedersi il perché. Il congresso del Ppe agita le acque nel centrodestra e rischia di creare fratture insanabili in vista di una futura alleanza elettorale. L’assise dei partiti di centrodestra europei – che si svolge all’hotel Intercontinental di La Valletta il 29 e il 30 marzo – segna il ritorno dell’ex premier sulla scena internazionale, anche se, come deciso, parteciperà (con un’ampia delegazione al seguito, a partire dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani), ascolterà ma non parlerà, non fino a che non sarà completamente riabilitato dalla Corte di Strasburgo.
Ma tant’è. La sola decisione di andare a Malta – dove avrà un bilaterale informale con Angela Merkel – è sufficiente a mandare Salvini su tutte le furie. “Berlusconi avrà i suoi motivi chiedete a lui. Chiunque si voglia alleare con la Lega alle elezioni dovrà scegliere: la Merkel rappresenta l’Unione delle banche, della disoccupazione, dell’immigrazione, della povertà, dovranno fare una scelta. Noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta. E’ chiaro che la collocazione in futuro sarà fondamentale per scegliere con chi allearsi“, sottolinea il leader della Lega. Un concetto già espresso nei giorni scorsi da Giorgia Meloni in un’intervista all’Huffington Post.
Secondo i ben informati, Berlusconi non vuole spaccature nel centrodestra ma vuole semplicemente tenersi aperte tutte le strade possibili, in attesa di capire con quale legge elettorale si andrà a votare. La partecipazione al congresso del Ppe, in quest’ottoca, serve a ribadire un concetto chiaro: Forza Italia è una formazione politica saldamente ancorata all’Europa e una sua eventuale alleanza con il fronte sovranista dovrebbe essere vista non come un cedimento alla deriva populista ma come un argine ad essa stessa. Un concetto che evidentemente Salvini e Meloni non accettano con entusiasmo, per usare un eufemismo.
