Il Brasile da oggi, 12 giugno, ospita i Mondiali di Calcio. Gli occhi di tutto il mondo sono puntati sul paese che regala, oltre al football, grandi opportunità di investimento, con particolare riferimento alle imprese italiane, le quali, non devono chiudere qui per aprire nel paese verde oro. Chi non ha oggi spazi di crescita in Europa ed ha le risorse organizzative per farlo, potrà scoprire un mercato enorme. Il paese è diviso in cinque macroregioni, tra le quali il Sud e il Sud Est (che rappresenta la parte più industrializzata del Paese con tassi a volte superiori a quelli dell’Europa Occidentale) e il Nord Est, il quale sta crescendo prepotentemente. I dati del FMI per il 2014 indicano che il Brasile è la sesta potenza economica mondiale, con un PIL che continua a crescere a tassi sostenibili, anche perché trattasi di un Paese “giovane” (età media 29 anni). La stabilità economica e politica ha prodotto, e sta ancora producendo, una classe media consistente, dedita ai consumi ed in costante aumento (il 55% della popolazione nel 2014, mentre era solo il 26% nel 2003). Gli altri dati macroeconomici indicano un tasso di disoccupazione stabile, pari a circa il 6%, come pure altrettanto stabile è il tasso di inflazione, che negli ultimi 5 anni è stato mediamente del 5%. Sono molte le opportunità offerte dall’economia brasiliana: si tratta infatti del primo mercato dell’ America Latina, della quinta nazione più popolosa, e di un PIL pro capite, a parità di potere d’ acquisto, superiore a quello della Cina e dell’India.
Per molti settori è, tuttavia, necessario un maggior radicamento, cioè una presenza diretta con investimenti in strutture produttive. SuI fronte degli investimenti diretti esteri (IDE) l’Italia, nonostante i progressi degli ultimi anni, può e deve fare di più per cogliere pienamente il potenziale offerto dal mercato brasiliano. Per stock di IDE in Brasile l’Italia occupa il decimo posto, con una quota del 2, 7 %. Eppure le imprese italiane che sono andate in Brasile hanno ottenuto ottimi risultati negli ultimi anni.
Molte le ragioni per investire in Brasile. Proviamo a evidenziare le principali. Presenza di un mercato in forte crescita. Il Brasile rappresenta il punto di partenza per investimenti in tutta l’America Latina e anche in Centro America. La giovane popolazione ha una forte propensione ai consumi. L’imposizione fiscale è molto bassa. Basso costo del lavoro. Presenza di scarsa concorrenza qualificata con particolare riferimento ai settori medium-tech, caratteristici delle PMI italiane. Il gradimento del “Made in Italy” rappresenta, inoltre, ancora un forte elemento di distinzione. Non dimentichiamo che in Brasile è presente una numerosa comunità di origine italiana: si stimano in 25 milioni i residenti di origine italiana e, all’inizio del 2013, gli italiani residenti in Brasile erano 317.000. Il maggiore paese latinoamericano è la quinta destinazione degli emigrati italiani nel mondo, con una quota pari al 7,3 % del totale. Il Brasile è un Paese a due velocità, con la parte Sud industrializzata ed equiparata all’Europa (come livello di vita ed aspettative), e un Nord Este più rurale ma con un tasso di crescita che, negli ultimi anni, ha modificato questo trend. Il Cearà (che è lo Stato più significativo del Nord Este) cresce a tassi doppi rispetto agli altri Stati federali. La sua capitale è Fortaleza con circa 2,8 mln di abitanti (quinta città del Brasile), che arriva a 3,5 mln includendo tutta l’area metropolitana. La capitale rappresenta il polo di attrazione di tutte le masse di emigrati del Nord e del Nord Este stesso. La politica del Governo Federale, come anche quella dello Stato del Cearà ha posto in essere scelte volte a frenare l’emigrazione, per poi favorire l’immigrazione attraverso un forte investimento in infrastrutture (porti, strade, ferrovie, aeroporti internazionali) e un altrettanto forte incentivo agli investimenti (riduzione dell’imposizione e recupero dell’IVA). Il Cearà, oggi, viene considerato dagli stessi brasiliani come una regione strategica per lo sviluppo e l’aumento delle esportazioni. Infatti è lo Stato che è, geograficamente, più vicino all’Europa, al Nord America, e al futuro mercato Africano. Per questo motivo si sta investendo notevolmente nell’ampliamento del porto di Pecèm (che dista circa 30 km dalla capitale Fortaleza), la quale diverrà, alla fine dei lavori previsti per il 2015, il porto marittimo più importante del Brasile.
Le piccole e medie imprese italiane, tuttavia, hanno ancora una presenza ridotta, penalizzate da Iimiti organizzativi e da un’insufficiente patrimonializzazione. Per realizzare investimenti in Brasile è cruciale aumentare la dimensione delle PMI nazionali, anche attraverso lo sviluppo di strumenti come Ie reti di impresa che consentono di fare massa critica e di conservare, al contempo, l’indipendenza societaria. E’ fondamentale, poi, individuare interlocutori specializzati e strutturati nell’ambito della consulenza e della finanza che possano sostenerle in questo processo di espansione internazionale.