“Con la Gran Bretagna avremo un atteggiamento di amicizia, difendendo gli interessi nazionali ma sapendo che la strada del ‘no deal’ di non trovare un accordo sarebbe un ripiego negativo e pericoloso. E’ nell’interesse dell’Ue arrivare a un’intesa“. Così ha detto il premier Paolo Gentiloni, riferendo al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo di Bruxelles, apprezzando i passi fatti finora nel negoziato, aggiungendo che:”La Brexit è stata in fondo una sveglia per l’Ue, e quello che è successo dopo non ha certamente fatto diffondere gli atteggiamenti divorzisti nell’ambito Ue, non mi pare che dalla Brexit ci sia stata una grande disseminazione di posizioni anti Ue, al contrario, ci sono difficoltà evidenti da parte del Regno Unito alle quali dobbiamo guardare con rispetto che si deve a un paese amico e alleato dell’Italia”.
Alla riunione di venerdì, Gentiloni, dichiara che: “la decisione principale riguarderà la presa d’atto dei risultati, che noi consideriamo positivi, della prima fase dei negoziati sulla Brexit. I negoziati hanno raggiunto progressi sufficienti in tre punti: i rapporti con la questione irlandese dove si è arrivati ad una definizione per la quale non ci saranno controlli di confine; si è risolta la discussione sull’ammontare delle somme dovute dal Regno Unito al bilancio Ue; si è risolta la questione dello status dei cittadini comunitari“. Per Gentiloni la cooperazione sarà: “rafforzata sulla difesa è un primo passo incoraggiante e riguarda un certo numero di Paesi, non tutti i 27″, ponendosi come “prima, significativa traduzione in pratica del principio che, nella famiglia dei 27, è possibile, anzi a volte necessario, che ci siano livelli di integrazione diversa”.
Mentre sui migranti, Gentiloni dichiara che: “l’Italia si è mossa, ha fatto un trattato bilaterale in Libia, ha ottenuto risultati, un risultato che ha avuto come conseguenza il fatto che finalmente si sono accesi riflettori sulla situazione dei diritti umani in Libia: è merito nostro, non di qualcuno che ora racconta queste cose come se fosse una realtà imprevedibile. Chiederemo se su questi risultati è giunto finalmente il momento di investire tutti insieme come Unione europea, io sono relativamente ottimista”.