Le aggressioni fisiche e le molestie sono avvenute per quasi due anni a partire da quando E.P. frequentava il primo anno dell’istituto professionale ‘Manfredi Bosco’ di Alife nel Casertano, e le dichiarazioni della vittima, ricorda la Cassazione, sono state “ritenute solidamente corroborate proprio dal filmato” di uno degli episodi persecutori, realizzato con il cellulare da uno dei ragazzi che partecipava alle violenze ai danni del compagno di scuola.
Nel suo verdetto – sentenza 28623 depositato oggi e relativa all’udienza svoltasi il 27 aprile – la Quinta sezione penale della Suprema Corte concorda con i giudici della Corte di Appello per i minorenni di Napoli che avevano puntato il dito anche contro la scuola sottolineando “il clima di connivenza e l’insipienza di quanti, dovendo vigilare sul funzionamento dell’istituzione, non si accorsero di nulla”.