Una busta con proiettile e una lettera minatoria rivolta al presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia, a firma dei “Nuclei proletari lombardi”, sono state recapitate al L‘Eco di Bergamo. “Dove non arriva il Covid, arriviamo noi”, si legge nella missiva. Negli ultimi giorni due buste con proiettili sono state indirizzate anche al presidente degli industriali lombardi Marco Bonometti, ora sotto scorta.
Le minacce sono ricondotte alla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano durante la pandemia, a inizio marzo.
Nella busta indirizzata al direttore del quotidiano bergamasco, Alberto Ceresoli, c’era un proiettile calibro 6.25. “Il signor Stefano Scaglia di Confindustria – si legge nella
lettera, scritta a computer – sappia che non dimentichiamo mai. Una bara in più non si nega a nessuno mai, o lui o un suo familiare. Sempre solo questo potrà ridare dignità a chi è morto sul lavoro. Dove non arriva il Covid arriviamo noi”.
Sulla busta erano affrancati due francobolli annullati a penna. Il direttore del giornale ha subito provveduto ad allertare la polizia, che ha sequestrato busta, lettera e proiettile per sottoporli a rilievi ed esami utili a fornire elementi per risalire agli autori.
Dell’indagine si occupa la Digos di Bergamo, già al lavoro per le minacce a Bonometti. La busta con proiettile indirizzata al presidente degli industriali lombardi era stata infatti recapitata nella sede di Confindustria Bergamo, al “Kilometro Rosso”, alla fine della scorsa settimana. Essa conteneva un messaggio minatorio nei confronti di Bonometti e della sua famiglia: per questo dal 22 giugno il presidente di Confindustria Lombardia è sotto scorta.
Il pm di Brescia Caty Bressanelli ha aperto un fascicolo sulle minacce a Bonometti e ora nell’indagine potrebbero essere inglobate anche quelle rivolte a Stefano Scaglia. Confindustria Bergamo e tutti gli associati hanno espresso la massima solidarietà e vicinanza al presidente Scaglia e auspicano che “si torni a un clima di confronto civile” e che vengano abbandonati “toni e minacce tanto anacronistiche quanto inconcludenti”.
Anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha espresso solidarietà e vicinanza a Scaglia: “Il riemergere di forme di intimidazione va contrastato con decisione attraverso la risposta compatta delle istituzioni e delle rappresentanza economiche e sociali”.