In Svezia è partita la più grande campagna di caccia ai lupi. Il paese ha troppi predatori nella zona, circa 460, che nuocerebbero al benessere delle renne, e si è deciso di ucciderne alcuni.
Il limite da non superare è di 75 lupi, per evitare l’effetto contrario.
Ha affermato Gunnar Glöersen, manager dell’Associazione cacciatori: “La caccia è assolutamente necessaria per rallentare la crescita del numero di esemplari. Il branco di lupi è il più numeroso che abbiamo avuto nei tempi moderni”.
Non sono mancate le polemiche da parte degli attivisti naturalisti che hanno sostenuto essere basso il numero di questo predatore in Svezia. In altri paesi, come l’Italia, i numeri sono molto più alti.
Ha dichiarato Marie Stegard, presidente gruppo Jaktkritikerna, contro la caccia: “I lupi come i principali predatori nella catena alimentare sono un prerequisito per la biodiversità. L’uccisione di un quarto della popolazione attraverso la caccia ha conseguenze negative per gli animali e la natura. È disastroso per l’intero ecosistema. L’esistenza dei lupi contribuisce a una vita animale e vegetale più ricca. La sopravvivenza umana dipende da ecosistemi sani”.
“Ci sono studi su studi che riportano i grandi problemi della popolazione di lupi, ma il governo non li prende seriamente”, le parole di Daniel Ekblom, attivista dell’Associazione per la conservazione della natura di Gävleborg.
L’ente di protezione dell’ambiente aveva dato un limite di 300 lupi, ma il governo vorrebbe arrivare 170. Questo dato non avrebbe valenza scientifica, in più l’animale è tra le specie in pericolo di estinzione.
Il gruppo ambientalista Aktivt Rovdyrvern dichiara che dovrebbero esserci circa 1500 individui nel paese per garantire la vita della specie.
La Svezia però ha già deciso, infatti proprio da ieri è partita la caccia per abbassare il numero di lupi.
Come sempre, per un problema dell’uomo, le altre specie devono pagarne le conseguenze.
Oggi è toccato ai lupi, domani potrà essere un altro animale a subire questa terribile pratica.