“Chiudere gli stadi e vietare le trasferte condanna i tifosi veri, che vanno distinti dai delinquenti, ed è la risposta sbagliata”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini parlando della decisione del giudice sportivo di far giocare le prossime due partite dei nerazzurri a porte chiuse dopo gli scontri e le violenze del pre-partita di Inter-Napoli nei quali ha perso la vita un ultrà.
“Certe partite di calcio – ha fatto sapere il ministro dell’Interno – non si giocheranno più in notturna”. Salvini ha sottolineato che al tavolo sull’argomento, in programma ad inizio anno, “proporrò che certe partite non si giochino più in notturna”.
“Ora tutti a condannare le bande di #ultras. I loro cori razzisti, le aggressioni, la violenza contro le forze dell’ordine. Bene. Peccato che il ministro dell’Interno era andato a omaggiarli, questi #ultras, appena dieci giorni fa” scrive, in un tweet, l’ex premier Paolo Gentiloni.
Intanto saranno interrogati domani i tre tifosi interisti, tutti sotto i trent’anni, arrestati in relazione agli scontri pre-partita Inter-Napoli, in cui è morto travolto da un suv Daniele Belardinelli. Secondo i pm di Milano è stato un “combattimento”, si legge nella richiesta di convalida dell’arresto per rissa e altri reati visionata dall’ANSA. Secondo alcune testimonianze agli atti, a dirigere l’assalto ai van dei tifosi napoletani sarebbero state due persone, una delle quali impartiva ordini in italiano, l’altro in francese. Agli scontri erano presenti infatti anche ultras del Nizza, gemellati con la tifoseria dell’Inter. Testi riferiscono inoltre di aver visto tre o quattro persone che trasportavano un uomo (Daniele Belardinelli, travolto e ucciso da un Suv ndr) che urlavano: “Ha le gambe rotte”.