“Ho simulato un infortunio per non essere coinvolto in una combine”. Lo ha detto il calciatore del Torino e della Nazionale Armando Izzo rispondendo ieri, nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, alle domande del sostituto procuratore antimafia Maurizio De Marco nell’ambito del processo su scommesse calcistiche e camorra, come riferisce oggi il quotidiano Il Mattino.
Izzo parla anche del perché di quella scelta, di essere stato contattato, quando era a Secondigliano a casa della mamma, dal collega Luca Pini (come lui indagato in questo procedimento) che faceva anche il gioielliere, il quale gli doveva consegnare alcuni monili. Insieme con un altra persona i due si vedono in un ospedale dove però c’erano anche Umberto e Antonio Accurso, elementi di spicco della camorra di Secondigliano e parenti di Izzo, insieme con altre persone. Sentendo “puzza di bruciato” il calciatore riferisce di avere preso un taxi e di essere andato via dopo una sorta di approccio. Izzo, infine, ha anche ricordato di un altro approccio avvenuto diversi anni prima, quando era a Trieste, anche questo però andato a vuoto. (ANSA).