Stefano Caldoro è ritornato per la terza volta in tre mesi in Alta Irpinia, dove per la verità nel quinquennio da governatore si era visto piuttosto poco. La campagna elettorale intercetta impegni istituzionali come la visita di Renzi alla Ema a novembre scorso e la Scuola di Alti Studi Politici dell’Università Suor Orsola Benincasa, che lo ha portato a gennaio e di nuovo ieri sera a Nusco. Occasioni che al di là delle formalità servono al governatore anche a testare la solidità del suo sodalizio in Regione con quell’area dell’Udc che fa direttamente riferimento a Ciriaco De Mita. Manca infatti ancora il sigillo sul rinnovo dell’alleanza: non poche le turbolenze all’interno di Area Popolare, con pezzi del nascente partito, tra cui l’onorevole Giuseppe De Mita, che continuano a guardare dubbiosi ma possibilisti verso il Partito Democratico in attesa di capire chi sarà il suo candidato per la Regione. Così ieri sera il presidente forzista, il sindaco di Nusco e il governatore piemontese Sergio Chiamparino si sono ritrovati per discutere di regionalismo e riforme, convergendo tutti e tre sulla necessità di sfruttare il momento presente per ripensare le Regioni.
“Pagano condizioni sfavorevoli già dalla nascita – ha spiegato De Mita – Non sono un organo di amministrazione, né di indirizzo politico. La domanda quindi non è se servano più o meno Regioni, ma quale funzione devono avere”.
“Non possiamo perdere questo treno di riforme in corso in Parlamento – ha integrato il ragionamento Chiamparino – per verificare lo stato di salute delle Regioni visto che su altre autonomie locali, come le Province, già si è intervenuto. Sono nate per programmare e hanno finito per essere gestori: occorre quindi trasferire altrove le funzioni di gestione, che determinano appesantimento, e sviluppare quelle di programmazione”. Per l’ex sindaco di Torino ad esempio sui Fondi europei bisogna superare l’eccessiva frantumazione: “La sfida è unire soprattutto al Sud su alcuni, pochi, progetti di crescita. Sperimentiamo però senza creare altre strutture, magari attraverso convenzioni”.
“Purtroppo però le regole ingessano non poco – è stata la replica a stretto giro di Caldoro – e ci vorrebbe una sorta di spirito costituente per liberarsene”. Per il governatore forzista la riforma Delrio va totalmente bocciata perché incompleta: “Non dice chi fa cosa e come”. Poi sulle Regioni: “Abbiamo ricevuto dal ministro Boschi un’apertura a impostare il discorso sottoforma di riforma costituzionale degli articoli 131 e 132 della Costituzione. Serve più flessibilità e una revisione dell’articolo 81 della Costituzione”.