“Non è una gara a chi è stato più bravo”, sono le parole di Matteo Richetti, l’uomo del giorno, uscendo dalla commissione Affari Costituzionali della Camera, un minuto dopo aver depositato il testo base sull’abolizione dei vitalizi, di cui è relatore.
Non sarà una gara a chi è stato più bravo ma sui privilegi della “casta” i dem hanno finalmente segnato il passo e la distanza dai Cinquestelle portando in aula una battaglia che viene da lontano, addirittura dai tempi in cui il promotore della legge era presidente dell’Assemblea regionale in Emilia Romagna, dove il “modello Richetti” vide sette anni fa la luce.
Dice mr. Vitalizi :” Ho rinunciato per primo all’assegno vitalizio e pur sapendo che tanto è stato fatto, ritengo inaccettabile che si continuino a pagare cifre spropositate senza alcun collegamento con quanto versato”.
La notizia è che il testo base sarà la proposta di legge che porta il nome del deputato dem e basta, senza intrugli né apparentamenti con quella di Roberta Lombardi del M5s che invece si occupava di tagliare indennità e rimborsi dei parlamentari.
Il cuore del testo, i cui emendamenti vanno presentati entro martedì prossimo, 23 maggio, è quello della proposta depositata il 9 luglio del 2015 che prevede l’equiparazione della pensione dei parlamentari a quella di tutti gli altri cittadini. Come abbiamo spiegato qui http://www.unita.tv/focus/la-verita-vi-prego-sui-vitalizi/
L’intenzione è quella di arrivare in aula il 31 maggio per la discussione generale e poi sospendere l’esame per riprenderlo alla fine di giugno, in modo da arrivare al voto con i tempi contingentati e ridurre l’eventuale ostruzionismo.
Se i Cinquestelle si affrettano ad intestarsi il merito della calendarizzazione della legge -“E’ una nostra vittoria, senza se e senza ma”, dicono i deputati pentastellati- si registrano malumori, divisioni e anche distinguo personali – Maria Stella Gelmini affida a una nota stampa la propria sottoscrizione alla proposta dei democratici- dalle parti di Forza Italia.
E s’avanza l’incognita del voto segreto: “di certo non arriverà alcuna richiesta da parte nostra”, dice un deputato renziano “ma le insofferenze sono tante, soprattutto dai parlamentari non di primo pelo”.
Come dire: non sarà la carica dei giovani alla prima legislatura che voterà contro l’abolizione di privilegi che comunque non avrebbe, vista la sforbiciata pesante della Fornero, ma dalle parti dei partiti che hanno candidato e ricandidato ci sono parecchie perplessità che potrebbero trasformarsi in una richiesta di voto segreto. A quel punto potrebbe succedere qualche sorpresa.
Il dibattito, infatti, resta sempre acceso tra chi non vuole “inseguire i populisti” e chi ritiene di convergere con Pd e M5S sulla proposta Richetti.
Dal canto suo il M5S si dice pronto “a votare il testo base per non dare alibi al Pd” e che in Commissione ci saranno “pochi emendamenti e molto semplici” . E’ Danilo Toninelli su Fb che lancia al Pd il guanto di sfida sul voto segreto :” Il Pd garantirà i voti alla sua stessa proposta o se la affosserà ricorrendo al voto segreto?”.