Hanno deciso di sfilare in 20mila, secondo la stima diffusa dagli organizzatori: ovvero, studenti giunti da tutta la Campania per manifestare da Pompei, in provincia di Napoli, a Scafati, in quella di Salerno, a sostegno della memoria delle vittime di mafia. L’iniziativa di Libera Campania ha riunito una folla di persone in piazza Immacolata, a Pompei, per la 23esima edizione della Giornata nazionale della Memoria e dell’impegno. La fiducia li ha premiati, e anche un arcobaleno ha incorniciato la giornata ed è stato immortalato dai manifestanti come simbolo di speranza.Ciò è accaduto nonostante il tempo non promettesse niente di buono, e infatti: ”Nessun temporale ci può fermare” hanno urlato i ragazzi, i quali hanno sventolato bandiere di diversi colori. I rappresentanti sindacali regionali di Cisl e Uil hanno accompagnato il corteo che, in piazzale Aldo Moro, a Scafati, in contemporanea con le altre città italiane, si è unito con la piazza nazionale di Foggia per la lettura ad alta voce dei nomie delle 975 vittime delle mafie.
Altra città che ha abbracciato la “Giornata contro le Mafie” è stata Foggia dove è avvenuto un corteo, aperto da un lungo striscione con la scritta ‘Liberi Tutti, Diritti e saperi contro mafie e disuguaglianze’ della Rete della conoscenza. Migliaia gli studenti, ci sono tutte le scuole di Foggia. I ragazzi agitano anche una lunga bandiera della Pace. Alla manifestazione erano presenti tantissimi personaggi illustri come il presidente del Senato, Pietro Grasso; il reggente del Pd, Maurizio Martina; il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta; il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro; la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi; il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, centinaia di parenti delle vittime di mafia.
Tale evento è stato commentato dal fondatore di Libera , don Luigi Ciotti ,che ha dichiarato :“Abbiamo bisogno di una memoria viva, una memoria che si traduca in impegno e in responsabilità. Accanto a chi muore “fuori” non possiamo dimenticare coloro che muoiono “dentro”. Sta a noi non lasciarli soli, perché non diventino vittime a loro volta della nostra indifferenza e rassegnazione. Il nostro paese è in emergenza “civiltà”, è necessario un impegno collettivo per uscire dall’ io e organizzare il noi”.