Economia e Welfare

Campania, regionali 2020: De Luca i sondaggi parlano chiaro, boom di consensi

In sintesi, estrema, è questo il sondaggio elaborato da Ixè in collaborazione con Arcadia, e riportato da Il Mattino,  su un campione di mille persone di diversa estrazione politica intervistati tra l’1 ed il 4 settembre. Con risultati inaspettati a vedere le intenzioni di voto verso i partiti: cresce il Pd di un punto rispetto alle Europee ma è tallonato dalle civiche di De Luca mentre ci sarebbe, sondaggio alla mano, un crollo di Forza Italia che finisce all’8,8 per cento. Rimane però chiaro come De Luca sembra destinato a risalire sulla poltrona più alta di palazzo Santa Lucia. ne è sicuro anche il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che ieri parlando delle Regionali dice: «In Campania abbiamo un candidato che vince “de plano”».

I CANDIDATI
Solo un 23, 7 per cento degli intervistati si dichiara indeciso su chi votare. Nelle intenzioni di voto, però, è il governatore uscente a risultare in cima alle preferenze: il 54,4 degli intervistati vorrebbe dare all’ex sindaco di Salerno la sua preferenza. Più del doppio di Stefano Caldoro, il candidato del centrodestra e a sua volta ex governatore dal 2015, che si ferma al 26,9. Quasi 12 punti in più della grillina Valeria Ciarambino che deve accontentarsi del 15 per cento. Non c’è partita, invece, per gli altri 4 candidati. Ma da sottolineare l’ottima performance di Giuliano Granata, l’aspirante presidente di Potere al Popolo, che sfiora il 2 per cento: 1,9 per la precisione. Segue Luca Saltalamacchia di Terra con lo 0,7, Sergio Angrisano del Terzo polo che è allo 0,6 e Giuseppe Cirillo del partito delle buone maniere fermo, invece allo 0,5.
Dati elaborati tenendo conto anche della possibile astensione che potrebbe essere più bassa delle scorse regionali: dichiarano di andare sicuramente a votare il prossimo 20 e 21 settembre il 55,1 degli intervistati mentre i votanti di 5 anni fa furono il 51,9 per cento degli aventi diritto.


I PARTITI
Anzitutto rispetto alle formazioni politiche, sondaggio alla mano, un 26,3 del campione si dichiara indeciso sul partito a cui dare la preferenza. E su chi sarà il primo partito in questa tornata sarà sicuramente una battaglia combattuta: i due partiti di governo, Pd ed M5s, risultano quelli con più appeal e viaggiano praticamente appaiati. La stima di Ixè per la formazione di Nicola Zingaretti è pari al 20,6 per cento e non si discosta di molto dal dato delle ultime Europee e Regionali (rispettivamente 19,1 e 19,5). Non cresce, insomma, nonostante la performance di De Luca. Possibile? Certo perché le civiche del presidente uscente dal sondaggio farebbero ipotizzare una ottima performance: il 17,3 per cento che è quasi il triplo del 4,9 di 5 anni fa. Italia Viva, invece, qui alla sua prima prova delle urne, si ferma all’1,5. Mentre le altre liste e partiti del centrosinistra sono in caduta libera: il 7,1 rispetto al 15,9 del 2015.
Nel centrodestra calano tutti: Forza Italia è attestata all’8,8 per cento (era al 13,7 alle ultime Europee e al 17,8 nella sfida di palazzo Santa Lucia del 2015) mentre la Lega è all’8,6 (il doppio alle Europee). In crescita invece Fratelli d’Italia: al 7,8 rispetto al 5,8 del voto Ue del 2019. Le altre liste a sostegno di Caldoro sono ancora più giù: 6,2 la stima mentre 5 anni fa erano al 16,4.
I grillini, invece, si muovono di poco rispetto al 2015 ma crollano rispetto al 2019: oggi sono al 19,4 mentre erano al 33,9 per cento l’anno scorso. Nel 2015, invece, erano al 17 per cento.

L’ANALISI 
«La percentuale finale potrebbe essere anche più alta», spiega Roberto Weber sondaggista di lungo corso e fondatore di Ixè riferendosi a De Luca. «L’elettore di centrodestra potrebbe – continua – decidere di non andare a votare perché è consapevolezza abbastanza diffusa che De Luca si avvia a diventare governatore. Im Emilia, ad esempio, alle ultime regionali c’è stato l’effetto opposto nel centrodestra perché la partita era contendibile. Qui in Campania potrebbe accadere la cosa opposta e la percentuale del 54 attribuita a De Luca può essere ancora più alta». Non può essere il contrario? Ovvero l’elettore di centrosinistra diserta le urne perché il risultato è atteso? «No, il motivatore è De Luca. È come Zaia in Veneto, pure dato vincitore: tutti vogliono sentirsi parte del trionfo e andranno a votare».
«Ciò che diventa interessante notare a questo punto non è tanto il distacco tra i due maggiori competitor, ovvero De Luca e Caldoro, quanto – aggiunge Domenico Giordano, amministratore e spin doctor di Arcadia” agenzia di comunicazione politico-elettorale – l’incremento di 5 punti percentuali tra le intenzioni di voto attribuiti al primo – pari al 54,4% – e il sentiment dei campani su chi sarà il nuovo presidente della Regione, con De Luca che cresce fino a sfiorare il 60% dei potenziali consensi».

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