Martedì prossimo, 2 agosto, la II sezione ter del Tar Lazio deciderà sulla legittimità dell’inserimento del canone Rai in bolletta. Lo rende noto il Codacons. Dopo aver avviato “una dura battaglia contro la decisione del Governo di imporre il pagamento del canone attraverso la bolletta della luce”, l’associazione dei consumatori si è rivolta al Tar del Lazio chiedendo la sospensione del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, del 13 maggio 2016, che contiene la misura relativa al canone.
“Il canone Rai è imposta legata al semplice possesso di un apparecchio abilitato alla ricezione del segnale televisivo”, scrive il Codacons nel ricorso in cui fa riferimento alla sentenza della Consulta del 2002.
Dunque, a giudizio del Codacons “risulterebbe persino erroneo qualificare come canone o abbonamento l’importo versato non integrando quest’ultimo il corrispettivo di un servizio ma dovendosi più propriamente parlare di imposta sul possesso della televisione”.
Ciò premesso “in merito alla corretta qualificazione dell’entrata per lo Stato, è ancor più evidente l’illogicità di un sistema – com’è quello varato dalla Legge di Stabilità 2016 e regolato dal provvedimento impugnato, che snatura l’imposta, vincolandone il pagamento al pagamento della bolletta elettrica”, sottolinea l’associazione per cui “appare illegittimo pretendere il pagamento del canone con una bolletta destinata a coprire il costo di un servizio divisibile”.
Rileva ancora il Codacons: “Un soggetto privato (l’impresa fornitrice di energia elettrica) si sostituisce allo Stato per l’incasso di un importo che rimane di spettanza Erariale: i fornitori di energia non possono trasformarsi in esattori per recuperare il canone Rai. È un compito che non gli compete”. Se il Tar accoglierà la richiesta e sospenderà l’inserimento del canone in bolletta, spiega il presidente Carlo Rienzi, “le aziende elettriche dovranno restituire agli utenti i 70 euro della prima rata scattata nei giorni scorsi”.