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Caramiello: “La criminalità va sconfitta investendo sul talento e sul merito”

Si chiama “Paranza dei bambini” ed è l’ultima espressione clonata dai media per indicare l’incremento dei fenomeni di microcriminalità che stanno colpendo la città di Napoli in queste settimane.  Il quadro è allarmante: nella sola città di Napoli ci sono trentamila minori che vivono in condizioni di disagio e la dispersione scolastica ha raggiunto numeri notevoli.

Questi temi sono stati affrontanti insieme al sociologo Luigi Caramiello nel corso della trasmissione radiofonica “Dentro i fatti” condotta da Samuele Ciambriello su Radio Club 91.

Professore Caramiello, è davvero così allarmante questo quadro nella città di Napoli?

I dati sono sicuramente allarmanti e segnalano una condizione di disagio estremo che suscita una seria preoccupazione per i cittadini e per le istituzioni. Siamo in un momento in cui i giovani sembrano avere poche speranze di riscatto ed emancipazione e in questo scenario si colloca una piccola quota di giovani che si avvicinano alla criminalità organizzata.

Questi temi trovano sempre poco spazio nelle campagne elettorali regionali e comunali. Come mai?

Probabilmente, nella dimensione della politica si tende principalmente a operare su terreni fertili in termini di consensi. La nostra è una città in cui si parla troppo di feste di piazza e poco di drammi della quotidianità. Non voglio generalizzare ma nella nostra città la politica sembra essere il luogo della strumentalizzazione.

Sembra quasi venga meno un luogo dove progettare delle risposte e delle soluzioni: sui giornali si parla di duelli, inutili sfide personali, senza mai ragionare sul futuro di questi giovani…

Condivido questa riflessione. E’ una situazione allarmane, ma questo è il clima che si respira: in questi anni si è verificata una progressiva perdita di tensione e di sensibilità collettiva. Sembra un paradosso, ma manca anche il personale politico. Se tiriamo le somme, in questi anni, accanto a figure politiche che hanno dimostrato la propria competenza, troviamo figure totalmente impreparate.

Secondo Lei, su cosa bisogna investire al fine di migliorare questa situazione?

Bisogna investire sul talento e sul merito. La scuola è uno dei tassello fondamentale: è necessario che la scuola formi individui dotati di competenze e capaci di affrontare la vita. La vita è fatta non solo di diritti ma anche di esercizio di doveri: io credo che la scuola non faccia questo mestiere.

Un’ultima domanda. Secondo Lei, occorrono meno vigili e più maestri di strada nei nostri quartieri?

Certamente. Bisogna capire che non sconfiggeremo mai la criminalità se prima non siamo in grado di far funzionare le istituzioni formative come luoghi dove si seleziona la qualità. La scuola deve servire agli studenti e non alle burocrazie, deve servire ai giovani e non alla formazione del clientelismo sistematico. Se vengono promossi i più scadenti solo perché sono raccomandati, lavoriamo a favore della camorra. Il giovane di talento che viene valorizzato è la dimostrazione che la possibilità di un’esistenza alternativa esiste davvero.

 

 

 

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