Da più di due anni è stata riscontrata la mancanza di acqua potabile nelle celle dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua a Vetere. La direzione del carcere cerca di rimediare con la presenza di cisterne per ogni piano e la somministrazione di due litri d’acqua al giorno per ogni detenuto, l’associazione Nessuno tocchi Caino ha più volte denunciato il problema ricevendo solo promesse di tempestivi interventi che non sono mai stati effettuati. Anche il senatore D’Anna aveva cercato di sensibilizzare le autorità preposte e aveva anche proposto, senza alcun esito, una colletta tra i colleghi del senato per provare a risolvere questa e ed altre problematiche riscontrate nella struttura carceraria. I detenuti avevano scritto un appello al sindacato della polizia penitenziaria: “Ci troviamo a lottare da tempo con il problema dell’acqua. Non parliamo soltanto della scarsità nel periodo estivo ma della qualità dell’acqua che attualmente è di colore marrone e puzza. Pensate che per cucinare la direzione del carcere ci fornisce sette bottiglie di due litri a testa a conferma di quanto stiamo denunciando. Ovviamente queste sette bottiglie non riescono a soddisfare tutti i nostri bisogni: per uso personale, per pulire gli alimenti, gli indumenti etc. etc. Pensate che se proviamo a lavare una maglietta bianca con l’acqua dei rubinetti questa diventa gialla”. Il 31 marzo di quest’anno il consigliere regionale Gianpiero Zinzi firma una interrogazione per chiedere al presidente della regione quali sono state “tutte le iniziative urgenti e necessarie tese a risolvere in tempi brevissimi il problema della realizzazione dell’allaccio alla rete idrica comunale dell’impianto attinente la casa circondariale”. Finalmente i primi di agosto viene firmata una convenzione tra il Comune di Santa Maria Capua Vetere e la Regione Campania per l’erogazione dei fondi, pari a 2 milioni di euro, necessari a finanziare la realizzazione dei quattro chilometri di condotta che porteranno finalmente l’acqua all’istituto penitenziario sammaritano, ma ad oggi, come fa sapere la direttrice della struttura Carlotta Giaquinto, non sono ancora iniziati i lavori e i detenuti sono ancora senza acqua. Sicuramente chi è ospite in queste strutture deve aver commesso degli errori, anche gravi, ma non gli si può essere negato il diritto a ricevere il bene primario fondamentale per tutti gli essere viventi che è l’acqua potabile.