Venerdì prossimo, al Poggio di Napoli, organizzato dal gruppo di imprese sociali Gesco Campania, la presentazione del libro del Garante Campano dei Detenuti Samuele Ciambriello. “Carcere” è l’anagramma di cercare, una riflessione importante sulla vita detentiva in Campania in oltre quarant’anni di esperienza del Garante Ciambriello. Sarà presente anche il Sottosegretario di Stato Andrea Giorgis che concluderà l’incontro. Interverranno: Sergio D’Angelo, Presidente del gruppo di imprese sociali Gesco; Rosario Bianco, editore di Rogiosi; Stefano Anastasia, Portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti; Gianmarco Cifaldi, Garante dei Detenuti dell’Abruzzo; Riccardo Polidoro, Responsabile nazionale osservatorio Carcere UCP; Ermanno Carnevale, Presidente Camera penale di Napoli; Anna Malinconico, Docente; don Franco Esposito, Cappellano carcere di Poggioreale; Cosimo Rega, ergastolano semilibero;modera Elena Scarici, giornalista.
Venerdi 2 ottobre ore 11Poggio, Via Poggioreale 160/c – Napoli
Samuele Ciambriello, giornalista, scrittore e docente universitario, è stato Presidente del Corecom, componente del Comitato nazionale TV e minori e Direttore del mensile “L’Agorà”. È stato per dieci anni consigliere regionale. É direttore del quotidiano online Linkabile. Per quattro anni è stato docente di religione. Attivamente impegnato da 40 anni nella lotta per i diritti delle persone diversamente libere, è attualmente Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania da ottobre 2017. È autore del saggio “Dentro la comunicazione – Concetti, modelli, persone” (2012 – Ed. Guida), della novella “Dalla Valle Caudina al Vaticano” per il volume Dal Co’ del ponte presso Benevento (2014 – Ed. Edimedia) e del libro denuncia “Caste e castighi. Il dito nell’occhio” (2015 – Ed. Guida). L’ultimo lavoro è “Caro Prof ti scrivo… gli adolescenti scrivono al docente di religione” (2018 – Ed. Rogiosi). Presidente dell’Associazione La Mansarda, il Professore Samuele Ciambriello, dopo diversi anni, ha sentito l’esigenza di rilasciare il suo quinto libro e ‘scrivere di carcere’. Il libro inoltre vede la collaborazione di Anna Buonaiuto, Celestina Frosolone, Anna Malinconico, Dea Demian Pisano.
“Carcere è l’anagramma di cercare. Cercare per ricostruire, per ritrovarsi, per seguire una strada che è tracciata anche dalla Costituzione: assumersi le responsabilità, per trovare sé stessi, rispettando i diritti delle persone”. È questo lo slogan di Samuele Ciambriello. Un testo alla portata di tutti, professionisti del settore e non, che cerca con un linguaggio semplice di fornire dei riferimenti teorici, empirici e scientifici, con l’intento di abbattere i muri e di instaurare ponti tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’, mettendo in risalto l’importanza di costruire e di ‘cercare’ insieme, popolazione detenuta e non, una ‘zattera’ che possa remare controcorrente nel mare dell’indifferenza e della repressione, sull’onda della consapevolezza e del rinvenimento. Un libro che tratta del complesso sistema penitenziario, ma soprattutto delle esperienze di vita vissuta in esso annidate, di diritti negati, di affettività, partendo da un’attenta analisi, attraverso attività di monitoraggio, osservazioni, colloqui, sopralluoghi, progetti. Ciambriello descrive il primo impatto con il pianeta carcere come un’esperienza devastante, dietro a quel frastuono metallico e quel vociare confuso, in quelle celle c’erano dei volti, delle storie, delle persone. Un portone blindato che divide l’umano dal non umano. E ancora dove un uomo tiene chiuso un altro uomo. Rendere questo spazio rimosso, che si chiama carcere, più umano è l’obiettivo comune, infatti, mutare atteggiamento verso chi “sbaglia” non è solo giusto o un atto caritatevole, ma è anche utile alla società. Ciò che sorregge oggi, il professore, in questa battaglia, in questa sorte di “fede” laica, oltre l’art. 27 della Costituzione che ribadisce la funzione educativa della pena, sono quegli stessi visi e quelle stesse storie. Nel libro Ciambriello ricorda gli anni Ottanta, alla stagione delle grandi riforme: da quella penitenziaria alla legge Gozzini, alla istituzione delle comunità di accoglienza per i minori. Le esperienze realizzate insieme ad altri per un’area Omogenea per detenuti politici nel carcere di Bellizzi Irpino, La cooperativa l’Agorà promossa insieme al vescovo mons. RIBOLDI, il mensile L”Agorà, la Mansarda di Bucciano e la Comunità il Ponte di Nisida, una serigrafia per tossicodipendenti ex detenuti, i lavori socialmente utili in una mensa per i senza fissa dimora. Infine, ancora una volta il ricordo va a quelle persone e a quei racconti che si sono incrociati in quei corridoi, un luogo, quello del carcere, che a dispetto del bisogno di rimozione che sempre alberga nel mondo dei “liberi”, è in realtà un luogo vivo.