Sembrano usciti da un film di fantascienza, e invece sono dispositivi ideati per proteggerci dalla CoViD-19 (ma non ancora certificati): un articolo della BBC presenta i caschi anticontaminazione, apparecchi a batteria pensati per isolare chi li indossa dall’atmosfera potenzialmente carica di (corona)virus, purificando attraverso un filtro l’aria in entrata e rigettando quella esalata, con buona pace dei passanti che dovranno entrare in contatto con l’aria scartata – e forse infetta – di chi respira da dentro gli elmetti.
COME IN UN FILM. Negli ultimi mesi, diverse aziende si sono dedicate allo sviluppo di questi caschi hi-tech: c’è quello (piuttosto ingombrante) della VYZR Technologies, che copre busto e testa; quello che ricorda un casco da moto, della Valhalla Medical Design, dotato di un sistema Bluetooth integrato per telefonare e ascoltare musica, e di altoparlanti e microfoni per comunicare con il mondo circostante; o quello della HallLabs, simile all’elmetto di una tuta spaziale, che in una futura versione ancora più hi-tech potrà riprodurre video direttamente sulla visiera. Fantascienza, dicevamo…
OTTIMISMO. La nostra speranza è di non dover mai vivere indossando dispositivi del genere, ma secondo Michael Hall, capo della HallLabs, «questi caschi potrebbero essere utilizzati in futuro per proteggersi dall’inquinamento dell’aria». Catastrofistiche anche le previsioni di Chris Ehlinger della Valhalla Medical Design, che afferma: «Questi dispositivi ci prepareranno psicologicamente al destino della nostra specie».
QUALCHE PROBLEMINO. Previsioni surreali a parte, questi apparecchi devono fare i conti con più di una limitazione tecnica: dalla durata delle batterie (che fare se si scaricano prima del dovuto?), alla possibile rottura dei sistemi di filtraggio dell’aria, al lavaggio meticoloso (e poco pratico) a cui è necessario sottoporli prima di ogni uso. Insomma, almeno per ora meglio affidarsi alla mascherina: sicura e poco ingombrante.