Probabilmente si arriverà a un incontro privato tra la famiglia di Mauro Romano e l’imprenditore arabo Mohammed Al Habtoor che secondo mamma Bianca somiglierebbe al figlio scomparso a sei anni da Racale in provincia di Lecce il 21 giugno 1977 e mai più ritrovato. Secondo quanto riportato da Repubblica infatti lo sceicco ha rifiutato di sottoporsi al test di Dna richiesto dalla famiglia del piccolo scomparso attraverso il suo avvocato che aveva aperto con l’imprenditore un canale di comunicazione.
“Non intendo sottopormi al test del dna”, le parole giunte da Dubai dove vive Al Habtoor che ora potrebbe incontrare i genitori del piccolo Mauro Romano, in un meeting privato che potrebbe mettere un punto a questo nuovo capitolo della vicenda sulla scomparsa del bimbo. Mamma Bianca aveva infatti sottolineato nelle scorse settimane come l’uomo abbia delle cicatrici che aveva anche il piccolo Mauro, col quale la donna ritrova anche una somiglianza negli occhi. Nello specifico si tratta di una bruciatura da ferro da stiro che il piccolo si era procurato in tenera età in un incidente domestico: “È lui, è Mauro. Quella cicatrice sulla mano è uguale a quella di mio figlio”, ha spiegato mamma Bianca che ora potrebbe però fare i conti con una delusione.
Intanto continuano anche le indagini “ufficiali” sulla scomparsa di Mauro Romano e in particolare il terzo filone d’indagine aperto dal giorno in cui il piccolo ha fatto perdere le sue tracce, che riguarda la posizione di Vittorio Romanelli. C’è stata infatti nelle scorse ora per l’uomo, ex barbiere di 80 anni, originario di e residente a Racale, una richiesta di archiviazione dopo la notifica di conclusione delle indagini giunta nelle scorse settimane. “Non ci sono elementi per sostenere l’accusa in giudizio nonostante una molteplicità di contraddizioni, ricordi sfumati, reticenze e “non ricordo”, scrive la pm Simona Rizzo dopo le lunghe indagini portate avanti in questi mesi che però non hanno portato a un nulla di fatto. “Non ci coglie di sorpresa un simile provvedimento – il commento dell’avvocato La Scala – d’altronde gli elementi raccolti erano del tutto insufficienti per aprire un dibattimento che si sarebbe concluso con un’assoluzione”.
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