A che punto è lo sviluppo dell’agricoltura? Qual è lo stato dell’arte? Cosa fanno gli agricoltori, che pure sono stati in questi anni un «segno di speranza»? Che rapporto c’è tra loro e i consumatori? Che spazio viene dedicato dalle Istituzioni all’economia agricola nella visione della città per gli anni a venire?
A queste domande cercherà di dare risposte il secondo incontro pubblico con la città, previsto ad Acerra.
Il vescovo Antonio Di Donna, e il direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, Antonio Pintauro, dialogheranno con l’Associazione Ari.Amo e gli agricoltori.
Saranno presentate testimonianze di buone pratiche.
L’appuntamento è voluto dal vescovo nell’ambito della Visita pastorale alle parrocchie, dallo scorso marzo. «Contemporaneamente», infatti, il presule vuole «incontri nelle città dei diversi territori della diocesi, affinché i credenti diano il loro umile e necessario contributo al bene comune».
E per il secondo confronto – il primo, dal tema Acerra, quale futuro? Identità e territorio, si era svolto a giugno – monsignor Di Donna sceglie di riflettere sulla vocazione agricola e le sue prospettive di sviluppo in città. E convoca fedeli e uomini di buona volontà, in particolare agricoltori, sul tema C’è futuro per l’agricoltura ad Acerra? Da sempre, infatti, il vescovo sprona i contadini a farsi prime «sentinelle» del territorio, perché una «terra custodita non solo è la più importante fonte di lavoro per i giovani ed economica per la città, ma anche un deterrente per gli appetiti predatori delle industrie inquinanti», ripete spesso il presule.
Sempre ad Acerra, sulla tutela della salute e la salvaguardia del creato si svolgeranno i prossimi incontri, che, sollecitati dalla comunità credente, proseguiranno per tutta la Visita pastorale nelle altre città della diocesi.