Capelli neri lunghi, vestiti bianchi, due bouquet di fiori rossi, bianchi e rosa in mano. E soprattuto due immensi sorrisi stampati sul volto. Alexandra Quiros e Dunia Araya sono le prime due donne omosessuali ad essersi sposate legalmente in America centrale.
Si sono scambiate gli anelli martedì 26 maggio nella Costa Rica, grazie ad una sentenza della Corte suprema che ha permesso la celebrazione delle nozze, a partire dalla mezzanotte di lunedì.
Come loro, sono numerose le coppie che, nonostante il divieto di festeggiamenti dipeso dal coronavirus, attendono di recarsi all’altare. Alexandra e Dunia l’hanno fatto a San Isidro de Heredia, località situata a pochi chilometri da San José.
La Costa Rica è così l’ottavo paese in America settentrionale, centrale e del Sud a consentire i matrimoni tra persone gay, dopo Canada, Stati Uniti, Argentina, Uruguay, Brasile, Colombia e Ecuador. Ed è il 29esimo nel mondo. La notizia è stata rilanciata ampiamente dalla televisione pubblica nazionale e dai social network, e ha detto poi il giro del mondo.
“Una profonda trasformazione sociale e culturale”
“Si tratta di un cambiamento che comporta una profonda trasformazione sociale e culturale e che permetterà a migliaia di persone di unirsi legalmente”, ha commentato il presidente socialdemocratico Carlos Alvarado. Quest’ultimo, già durante la campagna elettorale del 2018 che l’ha portato al vertice della Costa Rica, si era scontrato con il suo avversario di destra proprio sul tema dei matrimoni gay, schierandosi apertamente a favore.
Nel mese di agosto dello stesso anno, la Corte suprema della nazione centroamericana ha quindi dichiarato incostituzionale la norma che vietava le nozze tra persone dello stesso sesso. I giudici avevano a quel punto concesso diciotto mesi di tempo al Parlamento per modificare la legge.
Il primo matrimonio gay in Costa Rica è stato accolto con grande gioia dall’associazione Ilga (International Lesbian and Gay Association), che su twitter ha ringraziato “tutti coloro che hanno lavorato duramente per ottenere questo risultato”. Allo stesso modo, Victor Madrigal-Borloz, esperto indipendente del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per la protezione contro la violenza e la discriminazione sessuale ha parlato di “momento straordinario”.