Lunedì 22 febbraio, i deputati 5 Stelle Carlo Sibilia e Vega Colonnese, il primo avellinese di nascita e la seconda originaria di Santa Maria Capua Vetere hanno incontrato il prefetto di Avellino per discutere dei centri d’accoglienza sequestrati in Irpinia. Trattasi di sette strutture destinate all’accoglienza degli immigrati, chiuse «per carenze igienico-sanitarie, criticità strutturali e problemi gestionali».
«All’indomani della notizia dei sequestri – spiegano i due deputati Sibilia e Colonnese, di cui quest’ultima è anche componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti – ci siamo subito attivati per essere ricevuti dal Prefetto Sessa e gli abbiamo rassegnato tutte le nostre preoccupazioni rispetto ad una situazione che rischia di diventare ingestibile sia per gli immigrati sia per le comunità irpine».
«Purtroppo le emergenze derivanti dalle nuove ondate migratorie sono affrontate come se fossero eventi ordinari quando in realtà necessiterebbero di maggiori forze in campo al fine di assicurare a chi è sul nostro territorio adeguate condizioni di vivibilità. La verità – incalzano i portavoce 5 Stelle – è che, nella gestione dei migranti, sono le cooperative a trarne enormi vantaggi economici. Pur di lucrare sulla disperazione di uomini e donne, hanno ridotto il sistema dell’accoglienza e dell’ospitalità ad un vero e proprio business, una sorta di tratta degli schiavi 2.0, lavorando in maniera non conforme agli standard, eludendo i controlli dello stato e aprendo contenziosi».
I due deputati ritengono che sia indispensabile, in questi casi, una maggiore collaborazione tra enti ed istituzioni, per giungere ad una serie programmazione e una maggiore conoscenza di chi fa che cosa e con quali modalità e tempistiche, «tenendo sempre che ogni azione deve essere improntata al rispetto dei diritti umani».
«Il Movimento 5 Stelle – aggiungono – con questa fase di ascolto, è impegnato nell’elaborazione di una proposta che contempli nuove modalità di gestione sia delle emergenze sia dell’ordinario e che riesca a tenere insieme le dolorose vicende personali di chi è costretto a fuggire dalla propria terra e le esigenze dei cittadini a continuare a vivere nei propri paesi in maniera tranquilla e sicura».