Napoli dal Cinquecento ad oggi possiede la maggiore concentrazione di chiese al mondo, ben più di quelle di Roma, capitale della cristianità.
Purtroppo da tempo immemore un numero sempre crescente di edifici di culto è chiuso e le opere d’arte contenute sono alla mercé di ladri e di vandali; un fenomeno aumentato a dismisura con il terremoto del 1980, mentre i fondi a disposizione delle istituzioni sono praticamente inesistenti.
Un patrimonio di storia e di arte che rischia di disintegrarsi, mentre potrebbe costituire un’attrattiva irresistibile per il turismo, unica speranza per la città di lavoro e di denaro.
Nello stesso tempo i fedeli sono diminuiti e con loro i sacerdoti, un processo irreversibile che dovrebbe indurre le autorità civili e religiose ad una riconversione dei luoghi sacri, destinandoli a diverse funzioni, sociali o redditizie, affidandole ai privati.
Bisogna assolutamente salvare un capitale così grande di bellezza e consegnarlo integro ai nostri discendenti. Muoviamoci tutti, inclusi i mass media, sperando che almeno una volta il groviglio di competenze non crei ostacoli insormontabili.