Carcere, sovraffollamento, dignità della pena. Il Garante regionale dei Detenuti Samuele Ciambriello, dalle colonne del quotidiano Il Riformista, denuncia l’attuale situazione dei penitenziari campani, in particolare ponendo l’accento sui fondi per i lavori a Poggioreale che “ci sono, ma non si spendono“, tuona Ciambriello. Di seguito proponiamo un’ampio stralcio dell’intervista rilasciata a Rossella Grasso.
“Il carcere come azienda ha fallito. Il primo dato che emerge con forza è quello del sovraffollamento celle da 2 diventano da 4, da 3 diventano da 6 e in alcuni casi anche da 9 con i letti a castello. A una persona che sbaglia deve essere tolto il diritto alla libertà, non alla dignità. A Carinola il bagno è a vista. Lì erano sezioni per il 41bis, c’erano i terroristi e l’alta sicurezza, quindi dall’esterno bisognava poter vedere il detenuto anche quando andava in bagno ma non penso sia una questione di sicurezza”.
Torna anche sulla questione sanità in carcere: “Non ci sono nemmeno psicologi e psichiatri. Eppure questa popolazione che si aggira intorno alle 7.870 unità ha problemi psicologici e psichiatrici. Sono persone che magari già in ingresso avevano il sostegno del Dipartimento di Salute Mentale, ma in carcere gli viene negato. C’è questa innovazione delle R.E.M.S. residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza in un sistema più sanitario – continua il garante dei detenuti – ma sono appena 50 i posti. Dove sono finiti gli altri 350? Mentre stiamo parlando nelle carceri campane ci sono almeno 13 detenuti che dovrebbero stare in una R.E.M.S. e poiché non ci sono posti devono stare in carcere ”.
Ingiusta detenzione? Ecco qualche dato fornito dal Garante dei Detenuti: “Negli ultimi 15 anni 16.000 italiani hanno ricevuto un risarcimento in denaro per ingiusta detenzione, l’anno scorso tra Napoli e provincia è successo a 410 persone. I reati gravissimi in Italia tra 61.000 detenuti sono appena 5.100, sono quelli che stanno dentro per reati connessi alla malavita organizzata, omicidio e altro. In Campania non arrivano nemmeno a 1.000. A uno che è condannato a un anno di carcere perché non assegnare una pena alternativa? Invece no, lo mandiamo in carcere, ‘l’università del crimine’ dove ci costa 159 euro al giorno”.
“Un anno e mezzo fa una società francese ha vinto la possibilità di costruire un nuovo carcere a Nola – dice Ciambriello – Un architetto ha anche mostrato un progetto su come dovrebbe essere, ma poi nessuno ci ha messo mano. Tre anni fa il ministro per le infrastrutture Delrio ha passato 12 milioni di euro al provveditorato regionale per le opere pubbliche per far abbattere e rimodernare 4 padiglioni di Poggioreale, ma di questi soldi non è stato speso un euro. C’è forse una volontà politica a creare dei casi, delle rivolte, dei mostri?”.
Altrettanto problematica la situazione delle donne recluse: “A Pozzuoli ci sono celle da 10 o 12 persone con un solo bagno. Poi c’è la massima sicurezza a Santa Maria Capua Vetere e sezioni femminili a Benevento, Avellino e Salerno dove l’anno scorso c’è stato il primo caso di una donna che si è suicidata. Diciamo che queste donne sono lì in sostituzione di uomini. La recidiva per loro non arriva nemmeno al 20%. Questo perché vivono di più la responsabilità genitoriale e affettiva con i figli e probabilmente se si è fatta fregare una volta non lo farà più. Sui minori il dato è un po’ più allarmante. Tra Nisida e Airola non arriviamo a 80 persone. Il problema è un altro: fuori da queste carceri c’è scritto ‘Istituto penale per minorenni’, ma tra le due strutture si contano sulle dita quelli che hanno tra i 14 e i 18 anni”.
“L’anagramma di carcere è ‘cercare’. I politici che fanno queste affermazioni dovrebbero essere denunciati con un’aggravante. Dobbiamo tutti – conclude Ciambriello – rispettare la Costituzione”.