Sono oramai a buon punto le vaccinazioni all’interno degli istituti penitenziari, necessarie per tutelare la salute delle persone detenute e di tutti coloro che sono coinvolti nella vita penitenziaria. Gli ultimi mesi ci hanno infatti dimostrato quanto il contagio possa correre veloce in carcere, a causa della promiscuità degli spazi, delle condizioni igienico sanitarie precarie e della condizione cronica di sovraffollamento. In Campania sono stati vaccinati più del 70% dei detenuti e del personale.
“Il carcere è una comunità dolente che accomuna agenti, operatori, volontari e ristretti, spesso in grado di insegnare a chi sta fuori senso di sacrificio, responsabilità e speranza di riscatto. E’ un luogo di comunità nel quale il benessere di ciascuno alimenta quello di tutti. Se c’è una storia che abbiamo imparato dalla pandemia è che la storia di ciascuno non può prescindere dalla storia di tutti“, così Samuele Ciambriello, garante campano dei detenuti che poi snocciola i dati dei detenuti vaccinati in Campania.
I detenuti vaccinati in Campania ad oggi sono 4848 su una popolazione di 6570. Si sono vaccinati anche 33 giovani di Nisida ed Airola e 52 su 54 detenuti del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. A Poggioreale 1143 detenuti su 2124, a Secondigliano 973 su 1082, al carcere femminile di Pozzuoli 132 detenute su 144. Ed ancora al carcere di Benevento 305 detenuti su 352, ad Avellino 383 su 430, mentre a Salerno 259 su 401.
Il garante Ciambriello così conclude:” Sono grato alle strutture sanitarie per il lavoro che hanno fatto e stanno facendo, anche utilizzando il codice STP(stranieri temporaneamente presenti) per far vaccinare tantissimi immigrati e tanti detenuti senza documenti, presenti nelle carceri. Le clausure imposte dal Covd 19 hanno alimentato nelle carceri ansie, paure, forme di autolesionismo. Ne esce fuori un mondo molto spesso dimenticato, a volte rimosso, forse considerato marginale, ma che a ben pensarci rappresenta lo specchio dei vizi e delle virtù della nostra società.”