Lo scenario è inquietante: gli studiosi hanno ricercato i geni della resistenza agli antibiotici nel letame, nel suolo e nel compost di tre grandi allevamenti di maiali in Cina e hanno trovato 149 geni, alcuni dei quali rendono i batteri immuni a tutti i principali antibiotici e possono minare l’efficacia delle terapie usate dall’uomo. Il gene noto anche come MCR-1, si può diffondere facilmente a causa di un trasferimento genico orizzontale tra diversi ceppi batterici creando così “potenziale epidemia”, scrivono gli esperti nello studio pubblicato giovedi nella rivista “The Lancet Infectious Diseases”. “Questi risultati sono estremamente preoccupanti”, ha detto l’autore principale dello studio, Liu Jian Hua. Ci sono buone probabilità che questo gene si possa diffondere a livello globale. ” MCR-1 si sta diffondendo in tutto il mondo, è solo una questione di tempo. Inevitabilmente si collegherà con altri geni resistenti agli antibiotici. Poi ci sarà molto probabilmente l’inizio dell’era post-antibiotico”, ha dichiarato Timothy Walsh da Cardiff University, che ha contribuito allo studio. In ulteriori studi, il gene MCR-1 si era scoperto nei batteri del 20 per cento degli animali testati e il 15 per cento dei campioni di carne cruda. Il gene è stato scoperto negli ospedali nelle province di Guangdong e Zhejiang su 16 dei 1322 campioni umani. Secondo gli scienziati, la pubblicazione rinnoverà il dibattito circa l’uso di antibiotici nella zootecnia. Finora, una tale resistenza si era verificata soltanto da mutazioni in singoli organismi, quindi la loro portabilità era estremamente limitata. A evidenziare l’allarme in Italia,Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Un fenomeno che potrebbe diventare nel giro di qualche decennio una vera e propria emergenza; nei prossimi venti anni i pazienti potrebbero morire a causa di banali infezioni causate da operazioni di routine per la mancanza di antibiotici efficaci. Troppo spesso si cade nella trappola dell’automedicazione o i medici tendono a prescrivere farmaci antimicrobici anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Inoltre anche gli antibiotici somministrati quotidianamente agli animali permettono ai batteri di proliferare favorendo così il veloce sviluppo di ceppi resistenti ai farmaci. L’unico modo per gestire la resistenza ai farmaci e arginare il problema, oltre una maggiore regolamentazione dell’uso indiscriminato degli antibiotici negli allevamenti è studiare una strategia che coinvolga enti, medici e cittadini contro l’abuso di questi farmaci prima che l’antibiotico-resistenza possa trasformarsi in un’emergenza sanitaria mondiale.