“Tra Cirque du Soleil e Italia c’è un love affair. Tornare in Italia con i nostri show è una priorità”. Lo assicura Daniel Lamarre, il Ceo canadese del leggendario “tendone dei sogni” rimasto vittima del Coronavirus dopo l’annuncio della richiesta di bancarotta assistita presentata la scorsa settimana in Canada. “Sono ancora Ceo, non mi preoccupa il mio futuro”, dice Lamarre replicando a un articolo sul “New York Post”, secondo cui i creditori avrebbero
“A me interessa il futuro della compagnia, dei nostri dipendenti e dei nostri show. Oggi sono felice di annunciare che il Circo sopravviverà”, sottolinea.
Due spettacoli, in Cina e in Messico, hanno riaperto e Cirque è in stand by per l’autunno a Las Vegas e Orlando. “Per ricominciare i nostri tour in 450 città del mondo bisognerà aspettare la riapertura dei confini e la ripresa dei voli”, continua.
Nato sul successo degli artisti di strada del Quebec tra cui il leggendario fondatore Guy Laliberte, Cirque du Soleil aspetta ora che il processo avviato in Canada faccia il suo corso: “Le parti interessate hanno 45 giorni per farsi avanti. Ad oggi sei gruppi hanno mostrato interesse”.
Una delle produzioni ritenute più coinvolgenti del Cirque du Soleil, “Corteo”, con oltre 8 milioni di spettatori in 14 anni di giri per il mondo, per la prima volta in Italia dal 26 settembre, aggiunge due repliche al tour già annunciato. In calendario quindi anche mercoledì 9 ottobre alle ore 20:30 all’Unipol Arena di Bologna, dove già è in cartellone fino al 13, e il raddoppio nel pomeriggio del 19 alla Vitrifrigo Arena di Pesaro, che ospita il circo dal 17 al 20. Lo spettacolo sarà quindi a Torino dal 26 al 29 settembre, poi dal 2 al 6 ottobre a Milano e quindi a Bologna e Pesaro. “C’è stato un periodo in cui il nostro circo non è venuto in Italia, forse per il passaggio dalla tenda alle arene – ha detto il regista e produttore dello spettacolo Daniele Finzi Pasca – un cambiamento comunque che ha consentito di amplificare lo show tra immagini e acrobazie”.
“‘Corteo’ è la storia di un clown che immagina il suo funerale, in un’atmosfera carnevalesca come una processione gioiosa, una parata – ha spiegato il regista -. La struttura del palcoscenico, ideato pensando al labirinto della Cattedrale di Chartes, sembra mettere il pubblico in uno spazio misterioso tra il paradiso e la terra”. Il cast dello show include 51 acrobati, musicisti, cantanti e attori da tutto il mondo. Attivita’ iniziata nel 1984 con 20 artisti di strada, il Cirque du Soleil ha reinventato completamente l’arte circense, divenendo leader mondiale nel campo dell’intrattenimento live. L’organizzazione è stata fondata a Montreal e finora ha portato le sue 42 produzioni in 450 città e in oltre 60 Paesi. Il Cirque du Soleil e formato da più di 4mila persone, inclusi 1.300 artisti provenienti da 50 nazioni diverse.
Quando le luci si sono spente in marzo, Cirque du Soleil ha licenziato oltre 4.500 dipendenti (il 95% della forza lavoro) dopo aver chiuso 44 produzioni worldwide. “L’idea – spiega Lamarre – è di riassumerli gradualmente una volta ripresi gli spettacoli, partendo da Las Vegas dove circa 500 artisti risiedono in pianta stabile e che da sola ha rappresentato il 40 per cento del miliardo di dollari incassato dalla compagnia nel 2019”.
Nel frattempo anche Cirque du Soleil ha sperimentato lo streaming raggiungendo oltre 50 milioni di spettatori sui suoi canali social: “Il nostro core business restano gli show dal vivo, ma l’esperienza è stata così positiva che stiamo esplorando la possibilità di sviluppare show totalmente pensati per la trasmissione sulle piattaforme in streaming”.