Alluvioni catastrofiche come quelle che hanno colpito nei giorni scorsi la Germania, il Belgio e l’Olanda potrebbero diventare sempre più frequenti, per colpa del riscaldamento globale. Nel peggiore dei casi, potrebbero verificarsi 14 volte più spesso rispetto ad oggi, entro la fine del secolo.
I ricercatori sapevano già che le temperature dell’aria più elevate – causate dalla crisi climatica – indicano che l’atmosfera può contenere più umidità, che a sua volta porta ad acquazzoni più violenti.
Ma una nuova analisi, curata dall’Università di Newcastle nel Regno Unito, ha valutato il ruolo delle tempeste lente nel causare devastanti alluvioni in Europa. Più lentamente si muove una tempesta, più pioggia scarica su una piccola area e maggiore è il rischio di gravi inondazioni.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ha utilizzato modelli informatici di Met Office per valutare il cambiamento nelle tempeste lente in uno scenario in cui le emissioni di carbonio non vengono ridotte e continuano ad aumentare.
«Questo studio mostra che oltre all’intensificazione delle precipitazioni con il riscaldamento globale», ha spiegato al Guardian Lizzie Kendon del Met Office del Regno Unito, «possiamo anche aspettarci un grande aumento delle tempeste lente. Questo è molto rilevante per le recenti inondazioni osservate in Germania e Belgio, che evidenziano gli impatti devastanti di questo tipo di tempeste».
Gli scienziati ritengono il rapido riscaldamento dell’Artico possa essere la causa principale del rallentamento dei sistemi meteorologici: il fenomeno è già stato collegato alle devastanti ondate di caldo in Russia e alle inondazioni in Pakistan.
Lo studio ha mostrato anche che il maggiore aumento delle tempeste lente sulla terraferma si è verificato in estate. E tutta l’Europa, compresi il Regno Unito e la Scandinavia, è a rischio di temporali estremi.
«I governi di tutto il mondo», ha spiegato Hayley Fowler dell’Università di Newcastle, «sono stati troppo lenti nel ridurre le emissioni di gas serra e il riscaldamento globale continua a ritmo sostenuto».