La Pasqua è una delle principali ricorrenze cristiane, la prima festa di primavera, uno di quei momenti che uniscono il mondo intero. Ma proprio come altre festività celebrate in tutto il mondo, come per il Natale o l’otto marzo, usi e tradizioni non sono gli stessi ovunque.
Forse non tutti sanno che esiste anche una Pasqua ebraica, meglio nota come Pèsach, da cui trae origine la nostra Pasqua. La festa di Pèsach dura tra i sette e gli otto giorni, a seconda del luogo, e nacque per ricordare l’esodo e la liberazione degli ebrei dall’Egitto. Per il popolo ebraico il giorno della morte di Cristo coincideva con quello in cui si immolava l’agnello, che anticamente costituiva uno degli alimenti base del periodo di festa. Oggi vige soltanto il divieto di nutrirsi di qualunque cibo che contenga lievito, compresi naturalmente pane, pasta e dolci.
Anche l’Easter britannica ha le sue usanze ed i suoi piatti particolari. Ad esempio, è tradizione tutta inglese mangiare, il Venerdì santo, i cosiddetti hot-cross buns, delle morbide brioches preparate con uvetta e cannella, e decorate in superficie con della glassa di zucchero a forma di croce. Nel giorno di Pasqua, invece, è tradizione che sia il sovrano in persona, nell’abbazia di Westminster, a donare dei sacchetti di denaro ai poveri, distribuendoli al termine della funzione religiosa.
Anche in Francia durante la Pasqua si mangia l’agnello, che viene ricordato anche con dei biscotti che ne riproducono la forma. Nel sud della Francia, a Haux, il lunedì in Albis si prepara, nella piazza principale, una gigante frittata, per la quale occorrono più di 4.000 uova. In Romania la Pasqua ortodossa è particolarmente sentita, con delle tradizioni che durano da secoli e ancora sono vive in molte parti del Paese. È interessante osservare che la felicità del momento viene espressa attraverso un’attenzione riservata anche ai più piccoli dettagli: ai quaranta giorni di Quaresima, in cui i rumeni si sottopongono al digiuno e si dedicano ai lavori agricoli e alla pulizia delle proprie abitazioni, segue la festa vera e propria, in cui si decorano le case e le tovaglie con pizzi e tendine, si indossano abiti nuovi e si mangia un dolce denominato pasca, il cui ripieno è preparato con formaggio di mucca e uva passa.
Nell’Europa del nord, la Pasqua è legata a precisi riti che affondano le loro radici nel folklore locale: ad esempio, nei Paesi scandinavi il giovedì di Pasqua le bambine si dipingono il volto e si travestono da streghe, girando per la città con tanto di scopa per chiedere dolci di casa in casa, un po’ come succede in America ad Halloween. In alcune regioni della Svezia, vi sono città e centri abitati in cui si usa accendere falò per scacciare gli spiriti maligni. A Stoccolma, però, il falò viene spostato alla fine d’aprile per allontanare i resti dell’inverno. Anche in Russia si bruciano i rami vecchi rimasti sepolti sotto la neve, o si brucia un pupazzo di paglia, assemblato per l’occasione, con un rituale che simboleggia la morte e il passaggio a nuova vita.
Dalle Filippine giunge invece un rituale stravagante. In occasione della settimana santa, alcuni penitenti si autoflagellano e si frustano la schiena, mentre alcuni arrivano addirittura a rievocare fisicamente la crocifissione di Cristo, facendosi inchiodare ad una croce attraverso lunghi e spessi chiodi conficcati nei palmi delle mani. Si tratta di un gesto particolarmente sentito di fede, che i filippini ripetono ogni anno per espiare i propri peccati e sentirsi più vicini alla sofferenza di Gesù.
In India, nonostante i cristiani non raggiungano nemmeno il 3% della popolazione locale, la Pasqua viene festeggiata con grande clamore e partecipazione. In città come Goa e Mumbai si organizzano manifestazioni di stampo carnevalesco con danze e canti per le strade, si preparano composizioni floreali e lanterne colorate da scambiare con amici e parenti, e anche lì si preparano dolci e si regalano uova di cioccolato.
Quella delle uova, in particolare, sembra essere un’usanza che accomuna il mondo intero. Ovunque si celebri la Pasqua cristiana, grandi e piccini si divertono a scambiarsi uova, che siano di cioccolata oppure gusci dipinti a mano, come accade in Bulgaria, dove la tradizione vuole che si regalino uova sode decorate manualmente, o in Olanda, dove le uova vanno decorate rigorosamente di rosso. Perché proprio le uova? Perché in ogni cultura, ancora prima dell’avvento del Cristianesimo, le uova sono sempre state associate alla rinascita e alla vita che continua, ed è per questo che dappertutto vengono associate al ciclo della resurrezione. A questo proposito, una simpaticissima usanza che viene dalla Francia: dal Venerdì santo fino alla mattina di domenica, le campane delle chiese tacciono, e i genitori raccontano ai propri figli che la loro musica non si ode più perché sono volate via. La mattina di Pasqua, gli stessi genitori invitano i bambini a cercare le campane in cielo che fanno ritorno ai campanili, e nel frattempo ne approfittano per nascondere le uova di cioccolato che i loro figli troveranno poi più tardi.