Non si placano a Portici le polemiche per il caso di Mariano Bottari, il pensionato ucciso per errore mentre si recava a fare la spesa. Questa volta ad alzare la voce e a chiedere le dimissioni del sindaco Nicola Marrone è` il PD, partito di opposizione nella cittadina della Reggia, che recentemente ha rinnovato la sua segreteria politica. Il motivo sarebbe il mancato rinnovo del contratto per l’impianto di videosorveglianza cittadino, che ha impedito di avere documenti video sull’accaduto.
«Abbiamo preferito mantenere un doloroso silenzio», si legge dal comunicato stampa, «per il rispetto dovuto alla tragica morte del signor Bottari. Ma oggi non possiamo esimerci da fare alcune considerazioni sulle gravi affermazioni del Sindaco Marrone e sulla sua inefficiente gestione della sicurezza in Città».
Da qui tutta la lista di mancanze del sindaco: «Il sistema di video sorveglianza presente nella nostra Città fino al 2012 era funzionante, cosa è cambiato da quando lei è stato eletto?» O ancora: «Il Partito Democratico e l’associazione “Il Cittadino” chiedono da mesi il ripristino del servizio di video sorveglianza e più in generale un maggior controllo del territorio ormai abbandonato a se stesso. Perché i fondi, derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni delle norme del codice della strada, non sono stati utilizzati secondo le finalità? (di cui all’Art 208/1992 che prevede interventi di potenziamento dei servizi finalizzati alla sicurezza urbana)»
Per questo motivo il Partito Democratico ed il Gruppo Consiliare del PD «chiedono con forza l’immediato ripristino del circuito di video sorveglianza. Se non sa come fare scriveremo noi il provvedimento e spiegheremo dove trovare i fondi, che già sono disponibili. Un ex poliziotto ed attualmente magistrato in aspettativa, che da sindaco non riesce a garantire nemmeno il funzionamento della videosorveglianza ha il dovere di rassegnare le proprie dimissioni».
La questione sicurezza si va ad aggiungere alle già numerose questioni sul governo della città, quali l’aumento del costo del servizio mensa scolastico, il servizio raccolta differenziata che attualmente funziona sei giorni su sette anziché tutti i giorni come in precedenza, e l’aumento dell’aliquota Tasi, portata al massimo consentito dalla legge.