Continua l’onda lunga delle polemiche per quanto successo al Concertone. A La Stampa, Fedez ha rincarato la dose sulla censura e l’attacco subito: “Non solo è vero che mi hanno chiesto di non fare i nomi dei politici leghisti ma sono sicuro che sia successo anche ad altri. Sarebbe interessante indagare dietro le quinte di quelli passati”. Il cantante ha anche rivelato: “In queste ore mi stanno scrivendo tanti colleghi anche molto famosi che mi dicono come situazioni simili siano capitate anche a loro”.
Fedez ha fatto il punto della situazione su quanto successo dopo il concerto del Primo Maggio e sugli strascichi delle polemiche: “Ho dormito poco e niente, ma ho visto che c’è chi mi ha attaccato su tutto, sul discorso che ho fatto ma anche sulla macchina, sulla Lamborghini. Ecco una novità, vendo la Lamborghini, tanto non la uso più e butto lì una domanda: ma se compro una Panda sono più credibile e posso dire quello che penso?”. Nell’intervista al quotidiano il rapper ha ribadito la sua posizione: “Non voglio sembrare uno che vuole sfruttare questa situazione per apparire. Quello che volevo dire l’ho detto. Se la Rai vuole fare chiarezza, bene. Altrimenti quello che è accaduto è sotto gli occhi di tutti”.
A proposito della telefonata con la Rai, poi pubblicata su Instagram, Fedez ha spiegato: “Meno male che ho registrato la telefonata e non pensavo di dover arrivare fino a questo punto, ma evidentemente non c’è limite alla vergogna. Ora, nel momento in cui con un comunicato ufficiale mi si dà del bugiardo, sono costretto a pubblicare la telefonata”, che ammette sia stata “una delle telefonate più spiacevoli che ho avuto in vita mia“.
Il rapper ha poi respinto l’accusa di aver montato ad arte il video: “Adesso la Rai mi accusa di aver montato ad arte il video, ma io metto a disposizione la versione integrale e a quanto pare, visto che la stanno facendo girare anche loro, mi stavano registrando”.
Tgcom 24